mercoledì 22 dicembre 2010

Il centro destra mostra la sua vera faccia..



Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa sul nuovo piano casa approvato in consiglio regionale...

COMUNICATO STAMPA

Il centro destra mostra la sua vera faccia..

L’approvazione in Consiglio regionale del piano casa è di fatto il via libera alla più grande speculazione edilizia che, dai tempi di Lauro,abbia mai riguardato il territorio di Napoli e della Campania.
Si consentono interventi in deroga agli strumenti urbanistici con aumento limite del 35% delle volumetrie esistenti per interventi di demolizioni e ricostruzione , ampliamenti di edifici residenziali composti da non piu di 3 piani oltre all'eventuale piano sottotetto , l’umento delle volumetrie anche per i complessi che hanno una volumetria non superiore ai 1500 metri cubi.
Viene brogato l'Art 6 che limitava gli interventi alla sola prima casa consentendo gli interventi su tutti gli immobili e sono consentiti anche interventi di Sostituzione Edilizia a parità di Volumetria con cambiamento di destinazione d'uso con il "contentino "di realizzare una quota non inferiore al 30%di Edilizia Sociale. E’ la manifestazione più evidente della miopia , della irresponsabilità e della pericolosità del centro destra napoletano e campano.
Fa inoltre riflettere il fatto che il centro destra non è stato compatto in Consiglio(26 voti a favore su una maggioranza di 38) e che le opposizioni potevano abbandonare l'aula facendo mancare il numero legale e non l’hanno fatto.
Facciamo appello a tutte le associazioni ambientaliste e ai cittadini sensibili alla salvaguardia del territorio affinché si uniscano e si mobilitino contro questo ulteriore scempio.

Coordinamento Provinciale Area Marino -Pd Napoli

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lunedì 20 dicembre 2010

BERLUSCONI- Lo SFOGO, con un suo collaboratore, la notte prima del voto di fiducia


Pubblichiamo di seguito lo sfogo del premier, con un suo stretto collaboratore, la notte prima del voto sulla mozione di sfiducia presentata dai finiani e dalle opposizioni il 14 dicembre 2010. Poi ha vinto per tre voti e .... Ma noi siamo entrati in possesso del resoconto delle sue riflessioni quando ancora la sua sorte era in bilico. Ce lo hanno inviato e noi lo pubblichiamo.(Un finto Scoop!!??)

"L'esperienza è una delle tante menzogne convenzionali. Essa non serve a niente, perché ogni atto della vita è un fatto nuovo e va risolto con l'intuizione.
Infatti, da secoli e secoli, l'umanità commette gli stessi errori e li sconta con il sangue."
"Io non ho creato il berlusconismo, l'ho tratto dall'inconscio degli italiani.
Se non fosse stato così, non mi avrebbero seguito per vent'anni."
"Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici ed i psicologi, si chiederanno:
'Come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come quello italiano?'
Se non avessi fatto altro, basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri potrà forse dominare col ferro e col fuoco, non con consenso, come ho fatto io."
>La storia si occupa solo dei vincitori e del volume delle loro conquiste, ed il trionfo giustifica tutto."
"A rigore di termini, non sono stato neppure un dittatore, perché il mio potere di comando coincideva perfettamente con la volontà di obbedienza del popolo italiano"
"Intorno a me sentivo spesso un cerchio, ma non sapevo in quale punto si dovesse infrangerlo.
Ho avuto più dipendenti che collaboratori.
Colpa mia? Del mio carattere? Dell'ascendente che esercitavo sugli uomini fino a paralizzare le loro personalità? Fatto sta che mai nessuno è venuto a dirmi 'Rinuncio alla mia carica perché non condivido il suo punto di vista!'
La parola "genio" mi veniva ripetuta cento volte al giorno anche da persone che nel campo del pensiero occupavano i posti più alti. Faticai più io per non perdere l'equilibrio che i miei ammiratori a mantenersi sulle punte aguzze del fanatismo."
"Rarissime volte ho stimato le persone che ho conosciuto. Il genere umano è ancora troppo legato agli stimoli animali. L'egoismo è la legge sovrana!"
E questo temo sia una delle prerogative umane che non cambierà per ancora molto tempo. "
Riflettere su queste amare ma sincere considerazione di un "Conducator" che si sentiva ormai alla fine del suo ciclo penso sia utile.
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domenica 5 dicembre 2010

Emergenza rifiuti/Napoli - Come uscirne definitivamente


Pubblichiamo di seguito l'articolo, apparso oggi su La repubblica Napoli, sulla questione dell'emergenza rifiuti a Napoli...

UNA MORATORIA SULL'INCENERITORE
(da la Repubblica Napoli- 5 dicembre 2010)
di Luca Stamati

L’ ennesima emergenza rifiuti che dopo due anni, ormai c’è un timing preciso, si è ripresentata beffarda e drammatica svelando il falso miracolo annunciato in diretta televisiva da Berlusconi nel 2008, sembra risvegliare coscienze nella società civile napoletana e cominciare a scuotere dal torpore mentale persino il ceto politico.
Dopo 16 anni di scelte politico-istituzionali funzionali alle potente lobby affaristica dell’incenerimento (di cui l’ultimo decreto, il dl 196 del 26 novembre 2010, pare ancora diretta emanazione) e delle discariche, dopo aver sperperato 3 miliardi e 200 milioni di euro che hanno prodotto 7 milioni di ecoballe che chissà quando potremo smaltire, un inceneritore ad Acerra che funziona a singhiozzo e danni immensi all’immagine di Napoli e dei napoletani, finalmente qualcosa si muove anche nella classe politica.
È il primo importante risultato della caparbietà, la determinazione, lo studio e la passione di tanti comitati, associazioni e singoli che, in lungimirante solitudine, spesso derisi e dipinti come minoritari e non al passo conia modernità, non hanno mai smesso di denunciare i rischi e l’inutilità di un piano di raccolta e smaltimento dei rifiuti, nato nel 1994 e portato avanti stoltamente dai commissari e dai governi di centrosinistra e di centrodestra che in questi 16 anni si sono alternati al potere, inutile e dannoso e di proporre un piano alternativo virtuoso e moderno.
Leggere oggi che Umberto Ranieri si interroga sulla reale necessità di un nuovo inceneritore a Napoli, dopo che Nicola Oddati già al momento della sua discesa in campo si era detto pubblicamente contrario, che persino Andrea Cozzolino, su queste pagine, si dica nettamente contrario alla loro costruzione lascia ben sperare.
Se si tiene conto che tutti e tre sono candidati alle primarie del Pd e che gli ultimi due sono stati per anni stretti collaboratori di Antonio Bassolino, che non dimentichiamolo è stato uno dei protagonisti del ciclo dei rifiuti basato essenzialmente sull’incenerimento, e si pongono così in autocritica e netta discontinuità con le scelte che in passato pure hanno appoggiato, vuol dire che qualcosa davvero si muove. Se i tre candidati alle primarie del maggior partito della coalizione che governa la città da un decennio accettano la sfida della discontinuità effettiva, perché basata su una scelta concreta e tangibile come quella dello smaltimento dei rifiuti, forse e dico forse anche a Napoli la politica può finalmente uscire dal finto teatrino autoreferenziale tra bassoliniani e antibassoliniani.
Un teatrino sempre però nel solco della continuità con le scelte amministrative e politiche che, per dirla con un sempre efficace motto antico, cambiavano i musicanti ma la musica era sempre la stessa e che ha caratterizzato l’ultimo quindicennio della vita politica campana.
Qualcosa si muove anche nel centrodestra se il Consiglio provinciale di Napoli darà seguito al documento, approvato dalla commissione consiliare competente su impulso di Giovanni Bellerè (con l’astensione del Pd!), che «impegna la Sap-Na ed il presidente Cesaro ad attivare la realizzazione di impianti di tecnologie avanzate per il recupero della materia, in particolare un impianto per il trattamento meccanico manuale».
Nell’attesa che il presidente Cesaro e il Consiglio provinciale siano conseguenti chiediamo, intanto, ai tre candidati alle primarie e al nostro partito di fare appello al sindaco di Napoli affinché si faccia promotrice di una moratoria sull’inceneritore di Napoli Est.
Per avviare una discussione e un confronto sulla sua reale necessità in città, a partire dai cittadini residenti nella zona interessata all’impianto che, tra l’altro, ospita nelle vicinanze l’Ospedale del Mare.
Occorrono assise cittadine che mettano al centro della discussione la possibilità e la reale fattibilità anche qui a Napoli di un ciclo virtuoso dei rifiuti basato sulla riduzione, il riciclo, il recupero e il riuso dei rifiuti, attraverso la raccolta differenziata spinta, impianti di trattamento dell’umido (compostaggio), impianti di separazione e di recupero finale della frazione secca non differenziata (modello Vedelago).
Una filiera quest’ultima più efficiente, più moderna, più sostenibile e sicuramente più economica di un nuovo inceneritore a Napoli Est, non necessario e inutile persino da un punto di vista imprenditoriale.
E nel frattempo risolvere l’emergenza delle tonnellate di rifiuti sparse per le strade chiedendo al presidente della Regione Caldoro, l’unico per legge competente a intervenire, di emanare subito un’ordinanza che individui centri di stoccaggio provvisorio e discariche già esistenti nel territorio della regione dove poter sversare i rifiuti in eccedenza. Una scelta quest’ultima che, tra l’altro, renderebbe anche più credibile la richiesta di solidarietà rivolta alle altre Regioni.
L’autore è coordinatore provinciale dell’area Marino del Pd
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giovedì 25 novembre 2010

Rinviare le primarie a Napoli sine die? Una scelta irricevibile e suicida


Di seguito il Comunicato Stampa ripreso dall'Ansa ieri sera...

ANSA/Napoli-23-11-2010 Rinviare le primarie a Napoli sine die? Stamati: Una scelta irricevibile e suicida)

Apprendo da notizie di agenzia che il segretario provinciale del partito democratico napoletano,Tremante, si appresterebbe a chiedere,su sollecitazione di Bersani e Bonelli, alla direzione provinciale del partito, convocata per domani sera, il rinvio sine die delle primarie per il candidato a sindaco di Napoli.
Se la notizia corrisponde al vero sarebbe una proposta irricevivile e suicida che porterebbe all’auto dissoluzione del partito democratico e alla sconfitta sicura alle prossime elezioni comunali.
Faccio appello al senso di responsabilità dei due candidati alle primarie già in campo,Ranieri e Oddati, e ai membri della direzione provinciale affinché domani sera prevalga la politica per la città e non quella autoreferenziale di quattro o cinque capi componente chiusi in una stanza.
Spero vivamente che la stragrande maggioranza dei membri della direzione provinciale respinga con un voto contrario questa proposta incomprensibile agli occhi dei nostri iscritti e dei nostri elettori.
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martedì 23 novembre 2010

RIFIUTI: CALDORO LA SMETTA DI FARE DON ABBONDIO


ANSA) - NAPOLI, 23 NOV -
"Caldoro la smetta di comportarsi da novello Don Abbondio".
E' l'invito di Luca Stamati,del coordinamento provinciale di Napoli dell'area Marino.
"La situazione disastrosa dei rifiuti in cui versano la
città e la provincia di Napoli -
sottolinea - richiede scelte
drastiche e immediate, occorre trovare immediatamente luoghi
dove sversare i rifiuti ancora per strada. Bisogna emettere
un'ordinanza ad horas per la individuazione di siti di
stoccaggio provvisori o per l'uso di discariche già esistenti
sul territorio della Campania. Solo in questo modo si può
essere credibili agli occhi di altre regioni italiane cui si
chiede solidarietà. L'unico che possiede, per legge, i poteri
per una scelta simile è il presidente della giunta regionale
Caldoro
".
"La smetta - aggiunge - di comportarsi come un novello Don
Abbondio e intervenga d'autorità. Se non vuole o non è in
grado si dimetta e chieda al Governo di essere sostituito.
Tavoli istituzionali bypartisan, tavoli tecnici, polemiche sulle
competenze per gli inceneritori di Napoli e Salerno, su
Carfagna, Bocchino, De Luca, Cirielli, Cosentino ecc. sono solo
teatrino elettorale e affaristico. Solo propaganda cinica sulla
pelle dei cittadini
".
(ANSA).
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mercoledì 17 novembre 2010

RIFIUTI/NAPOLI – MANIFESTA INCAPACITA’


Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di ieri sulla questione rifiuti a Napoli inviato all'ansa e che nessun giornale locale ha riportato!

Comunicato Stampa
RIFIUTI/NAPOLI – MANIFESTA INCAPACITA’

La quantità dei rifiuti per le strade della città di Napoli è ormai non più tollerabile.
Nulla lascia presagire che le istituzioni preposte allo smaltimento siano in grado di trovare soluzioni concrete rapide ed efficaci. I napoletani e la città non possono accettare questo ennesimo sfregio alla loro immagine internazionale e alla loro qualità della vita. E' vergognoso che dopo 16 anni, 3 miliardi e 200 milioni spesi, un miracolo in diretta tv, leggi speciali e commissari straordinari a go go siamo ancora all'emergenza.
Un'emergenza beffarda e tragica che rischia di sfociare sinanche in pericolo per la salute dei cittadini napoletani.
La Provincia di Napoli, per legge competente allo smaltimento dei rifiuti, la smetta di indire incontri e tavoli tecnici inutili e assuma tutte le iniziative necessarie per risolvere il problema.
Se il Presidente della provincia di Napoli non vuole o non è in grado di risolvere il problema si dimetta e , per manifesta incapacità,chieda il commissariamento da parte del Governo.

Napoli,16-11-2010 Luca Stamati
coord.prov. Area Marino-Pd
Ps.
Loro non ci pubblicano, partiti e giornali con dietri potentissimi interessi economici non vogliono alcuna voce critica ma... noi non deflettiamo!

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mercoledì 10 novembre 2010

Napoli -emergenza rifiuti…Speriamo in S.Gennaro!?


Pubblichiamo di seguito il nostro comunicato stampa sull'emergenza rifiuti di napoli....


COMUNICATO STAMPA
Napoli -emergenza rifiuti…Speriamo in S.Gennaro!?


Povera Napoli e povera Campania, dopo 16 anni di commissari straordinari, 3 miliardi e 200 milioni di euro spesi e un “miracolo” in diretta televisiva( 2 anni fa) siamo di nuovo in piena emergenza rifiuti.
Un’ emergenza che, se non si trova un luogo dove smaltire i rifiuti entro 3 o 4 giorni, sarà addirittura peggiore di due anni fa.
Se la questione non fosse drammatica saremmo alla farsa e alle comiche finali.
Ma come?
Non più di due anni fa Berlusconi e Bertolaso ci hanno detto in tv che l’emergenza era finita, dopo due anni sono tornati e ci hanno detto che questa nuova emergenza sarebbe stata risolta in 10 giorni e oggi, sulla stampa locale, l’assessore all’ambiente e ai rifiuti della regione Campania , dello stesso partito del premier,dichiara che per uscire dall’emergenza "ci vorranno 36 0 48 mesi"!!??
La verità è che ci troviamo di fronte ad una Regione e una Provincia(quella di Napoli) governata da personale politico incapace e truffaldino.
Sulla questione dei rifiuti hanno fatto più danni Caldoro e Cesaro in 5 mesi che Bassolino e il centro sinistra in 10 anni!
Se non sono in grado di risolvere il problema si facciano da parte e chiedano al parlamento di commissariali per manifesta incapacità!
Che dobbiamo aspettare ?
Che intervenga direttamente San Gennaro?

Napoli,10-novembre-2010 Luca Stamati
coordin. Area Marino PD-Napoli
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mercoledì 27 ottobre 2010

Classe (per nulla) dirigente


Riportiamo di seguito una lucidissima analisi di un importante e autorevole commentatore e studioso nazionale che è davvero utile per capire la situazione dell'Italia!
Classe (per nulla) dirigente
di Angiolo Panebanco da il Correre della Sera)(26 ottobre 2010)
Rivolte urbane, guerriglie notturne (guardie padane contro immigrati)), sindaci alla mercé delle piazze e della pancia degli elettori.
Di nuovo la Lombardia. Di nuovo gli immigrati. Governo, Regione, Milano, si difendono attaccando la sinistra e adesso anche l’ambiguità di Fini e magari è vero che le responsabilità sono di tutti. Ma resta che la Lombardia non si sa tirare fuori da una situazione che, come ha scritto accoratamente E.Gallo Delle Loggie su questo giornale umilia l’Italia intera. Il vero dramma del Nord del paese non consiste nei gravissimi problemi che lo attanagliano. Consiste nel fatto che le sue classi dirigenti (politici, imprenditori, professionisti, intellettuali) siano incapaci di cercare soluzioni e rimedi. Nel politichese di alcuni anni fa si sarebbero dette prive di «progettualità», fallite. Non perdono un colpo quando si tratta di accusare Roma, lo Stato, di avere «abbandonato il NORD»: un’espressione che testimonia di uno stato di minorità, psicologica e culturale (sono i minori quelli che non si possono abbandonare).
Ma ne perdono tanti quando si tratta di lavorare per cambiare le cose.
Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia constatiamo che l’unità scricchiola, che si sentono rumori sinistri. Se non ci saranno novità la democrazia, così come funziona nel Nord, e l’unità del Paese potrebbero presto entrare in rotta di collisione. L’esperienza storica ci dice che, spesso, la democrazia è un’ottima cura per molti mali: col tempo, fa fiorire una società civile basata sulla cooperazione e la fiducia, fa crescere il capitale umano e sociale, promuove lo sviluppo. Ma non ovunque.
Di certo, sessant’anni di democrazia non hanno portato quei doni al Nord.
La democrazia è servita al Nord, più che per curarsi degli antichi vizi, per accrescere il proprio potere contrattuale nei confronti dello Stato e delle regioni meno sviluppate. Senza il Nord non si vincono le elezioni nazionali e questo dà a chi difende il Nord così come è oggi una fondamentale arma di ricatto nei confronti di qualunque coalizione politica nazionale, di destra o di sinistra che sia.
Le voglio proprio vedere, ad esempio, certe Regioni del Nord (quelle con i migliori conti in attivo nella Sanità) accettare senza fiatare il passaggio dalla spesa storica ai costi standard e dotare il Sud delle loro strumentazioni (tac ecc.)come prevede il progetto del federalismo fiscale, ben sapendo che ciò comporterebbe una drastica contrazione di risorse e l’obbligo di porre fine al denaro che arriva dal Mezzogiorno attualmente incapace di offrire ai suoi cittadini le stesse prestazioni sanitarie e ai soldi statali per le quote latte.
È in questo senso che unità del Paese e democrazia nel Nord rischiano di diventare incompatibili. Non si può avere una questione settendrionale perenne: alla lunga, si finisce per disfare ciò che il Risorgimento ha creato.
L’aspetto più grave non sta nella protervia dei maneggioni ma nei pensieri e nelle parole di tante persone per bene. Chiunque scriva di Nord sa di cosa parlo.
Quando si toccano questi argomenti si ricevono tanti messaggi dal Nord, spesso di professionisti o di insegnanti. Persone istruite, che fanno opinione nei rispettivi ambienti. Persone capaci di fare l’apologia del regno Savoia, di trattare Cavour e Garibaldi come criminali di guerra, di liquidare la storia dell’Italia unita come il frutto di un’odiosa colonizzazione di affermare che “il tricolore serve per pulirsi il culo”.
Questa forma di autoassoluzione, condita di leggende nere sull’unità d’Italia le gesta dei condottieri padani è, da sempre, la maledizione del Nord. Se non se ne libererà non cambierà mai nulla. E dei «doni» della democrazia resterà solo una capacità di ricatto sempre meno sopportata dal resto del Paese.
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martedì 28 settembre 2010

Nuova emergenza Rifiuti a Napoli? Ecco la VERITA’ NASCOSTA


I media locali e nazionali sembrano non riuscire a capire cosa stia veramente succedendo e dunque non riescono a spiegarlo ai cittadini napoletani e italiani.
Proviamo, con la nota che segue, a dare una mano a capire e a spiegare
Il capo della Protezione civile, Bertolaso, intervenuto giovedì 23 settembre alla trasmissione Radio Anch'io ha affermato ''Abbiamo fatto cinque discariche dove c'era spazio per diversi milioni di metri cubi di spazzatura, avviato la raccolta differenziata in modo serio e realistico e aperto l'impianto di Acerra, che a detta di tutti è il migliore che c'è in Italia: non si capisce perché a Napoli oggi ci sia la spazzatura nelle strade''
I poteri eccezionali di cui ha usufruito Bertolaso per oltre un anno e mezzo, a partire dal DL 23 maggio 2008 , n. 90 convertito dalla legge n. 123/08 sino alla dichiarazione della cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella Regione Campania con il DL 195 del 30 dicembre 2009 convertito dalla legge n. 26/10, e le sue dichiarazioni, come sempre, trancianti sino all’arroganza impongono una verifica attenta delle sue affermazioni .
In primo luogo il DL 195/2009 predispone “ tutte le attività propedeutiche al passaggio ad una ordinaria gestione dei rifiuti in regione. Al fine della chiusura si istituiscono una Unità Stralcio e una Unità operativa che saranno coordinate dal Comandante del Comando logistico Sud e saranno allocate presso l'attuale sede del Comando medesimo in Napoli “.
Il decreto fissa la data della loro cessazione al 31 gennaio 2011, termine che può essere prorogato, per non più di sei mesi, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
La “ gestione militarizzata” dei siti esistenti è dunque sopravvissuta alla (per continuare clicca su "leggi tutto") diretta responsabilità del Sottosegretario e permarrà sino al febbraio 2011 ( prorogabile) .
Lo stato attuale delle discariche sembra questo ( Sole 24 ore del 14/9)

Savignano(av)
capienza 800.000 tn

S.Arcangelo Trimonte(bn)
capienza 800.000 tn

San Tammaro(ce)
capienza 1.700.000 tn

Chiaiano (napoli)
capienza 700.000 tn

Terzigno(Napoli
capienza 800.000 tn
Quindi, le 5 discariche di Bertolaso garantiscono pochi mesi di autonomia ( soprattutto se Acerra funziona a scartamento ridotto). Ciò ridimensiona parecchio la prima affermazione: ''Abbiamo fatto cinque discariche dove c'era spazio per diversi milioni di metri cubi di spazzatura”.
I “ diversi milioni di metri cubi” li ha in gran parte saturati lui ed oggi la situazione torna “ calda”.
Tutto oggi sembra vertere sulla vicenda cava Vitiello a Terzigno, scelta discussa e discutibile con il sottosegretario che “forza” la Provincia ad accettare il sito in barba all’”attenzione” dell’Unione europea, all’essere in Parco Nazionale etc.
Il secondo punto “ avviato la raccolta differenziata in modo serio e realistico” non meriterebbe quasi di essere commentato.
Lo stesso Bertolaso, nell’audizione alla Camera del 27 luglio 2009 afferma “ … Abbiamo anche aperto due siti di compostaggio, …, per un totale di 16.000 tonnellate di frazione umida, restando quindi sempre su livelli ridicoli rispetto alle esigenze, ma comunque siamo riusciti ad aprirne due …. “
Scriveva Adriana Pollice sul Manifesto del 5 maggio:
“ … la discarica di Chiaiano è già piena a metà e l’inceneritore di Acerra, inaugurato dall’ineffabile duo presidente del consiglio & l’uomo della protezione civile, continua a non funzionare, …. Bertolaso però a dicembre scorso ha dichiarato vinta la battaglia della Campania e ha tolto le tende, lasciando oltre 20 milioni di debiti e le province con l’acqua alla gola. In quanto alle bonifiche, poi, è notte fonda. … Di più, la provincia – a cui il governo ha affidato per decreto il ciclo rifiuti – si ritrova con le casse vuote e nessuna idea di come prendere in mano lo smaltimento dei rifiuti, ma a Roma, a Palazzo Santa Lucia e Palazzo Matteotti siedono esecutivi di destra e allora non si può gridare al disastro, meglio chiedere con cortesia al presidente Caldoro di riprendersi il problema utilizzando una formula gentile come «rifunzionalizzazione degli impianti» che si traduce nel fatto che il commissariato straordinario non ha messo in piedi nessun ciclo integrato dei rifiuti. È il miracolo dell’immondizia campana, problema risolto in tempo per far vincere le destre in campagna elettorale, ritornato a galla a urne chiuse …”
Sul terzo punto, ovvero
“ abbiamo aperto l'impianto di Acerra, che a detta di tutti è il migliore che c'è in Italia “ segnaliamo che almeno un’eccezione tra i “tutti” c’è.
Su Il Mattino del 17 settembre, Daniela De Crescenzo scrive:
“ Forni in tilt: il termovalorizzatore di Acerra riprenderà a funzionare a pieno ritmo probabilmente a marzo quando sarà completata la manutenzione su tutte e tre le linee… i problemi non sarebbero cominciati oggi. Già a giugno si verificò un guasto alle pompe .. dell’acqua di raffreddamento …. Sui motivi dei guasti è aperto il dibattito: c’è chi pensa ad errori di progettazione e chi ipotizza che il combustibile utilizzato ( rifiuti prodotto dagli STIR) abbia caratteristiche diverse da quelle previste .. ( CDR) ..In ogni caso i danni sulle prime stime supererebbero i 10 milioni di euro
…”
La Regione è, intanto, rientrata nella pienezza dei suoi poteri programmatori e legislativi ( tra l’altro sono trascorsi oltre quattro mesi dalla piena operatività della nuova Giunta e del nuovo Consiglio ).
Il nuovo assessore Romano a parole parte bene:
differenziata al 50% o me ne vado” ( il Sole 24 ore del 15/9), annunciando a Bruxelles che non ci sarà il nuovo sito nel Parco del Vesuvio ma già su Il Mattino del 19/9 dichiara:
Inevitabile aprire nuovi sversatoi; la Provincia ridiscuta il progetto” .
Ed ancora.
La media di rifiuti conferiti giornalieri è di 4.939 ton/giorno con una media di poco più del 20% di differenziata. Se l’obiettivo del 50% venisse raggiunto (in un triennio, tenendo conto dei 36 mesi minimi necessari per costruire un inceneritore ) sarebbe necessario inviare ad incenerimento circa 1.200.000 tonn/anno di rifiuti mentre gli impianti previsti ( Acerra 700.000, Napoli 400.000 e Salerno 300.000) eccedono di circa 200.000 tonn/anno gli obiettivi di piano.
Bertolaso, intanto, al Mattino del 21/9 tuona:
deluso dai ritardi inaccettabili, il decreto va rispettato”.
Non lo sfiora l’idea che il decreto – con la sua tempistica irrealizzabile e le criticità finanziarie che ha introdotto – ha creato i presupposti di un’ulteriore crisi. A dirglielo, ora, sono gli amministratori della parte politica del governo di cui fa parte.
In merito al ciclo integrato dei rifiuti, le funzioni ed i compiti di programmazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti, “ da organizzarsi anche per ambiti territoriali nel contesto provinciale e per distinti segmenti delle fasi del ciclo di gestione dei rifiuti” , sono attribuite ai presidenti delle Province della Campania;
Ebbene, su Il Mattino del 4 settembre si legge:
La resa delle Province .. richiesta al governo, serve una proroga.”.
L’assessore Caliendo della giunta provinciale ( di centrodestra) di Napoli è esplicito:
“ .. mancano gli impianti e i soldi per pagare i lavoratori dei bacini … miracoli non se ne fanno
Qui, forse, troviamo una delle chiavi di questa attuale “ emergenza”.
La questione “ dei soldi”. La legge 26 è draconiana: i costi dell'intero ciclo di gestione, di competenza delle amministrazioni territoriali, trovano integrale copertura economica nell'imposizione dei relativi oneri a carico dell'utenza. Per fronteggiare i relativi oneri finanziari, le società provinciali di cui alla legge della regione Campania 28 marzo 2007, n. 4, agiscono sul territorio anche quali soggetti esattori della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) e della tariffa integrata ambientale (TIA).
Questo a non voler considerare i debiti che le gestioni commissariali ( eppure i commissari erano di governo …) hanno lasciato sulle spalle dei cittadini campani.
Ha ragione Bertolaso: “rifiuti, qui qualcuno imbroglia” ( Corriere del mezzogiorno del 24 settembre).
Riportiamo da Il Mattino del 20 settembre , per esemplificare, la lista degli impegni disattesi dal Governo Berlusconi.

A.Pappalardo scrive :
Rifiuti, la beffa delle compensazioni. Stop a 300 milioni. Mai arrivati i soldi a 37 comuni. ..Al luglio 2008 .. erano 526 milioni di euro e dovevano servire … per compensare i disagi di quelle amministrazioni che hanno ospitato discariche ed impianti per il ciclo dei rifiuti. Poi sono diventati 288 ( 144 a carico della Regione e 144 dal governo tramite i fondi FAS). Ma non è arrivato un solo euro. Per non parlare delle bonifiche".
Ha ragione Bertolaso: “rifiuti qualcuno imbroglia”
E’ il Governo!..

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lunedì 27 settembre 2010

NAPOLI emergenza RIFIUTI- La colpa è dei cittadini!? Adesso BASTA!!


E' uscito ieri su Il corriere della sera una riflessione di Paolo Macry sull'emergenza rifiuti a Napoli. Una riflessione che non condividiamo affatto e che non aiuta la città e i napoletani a risolvere il probelma.
Mi duole dover criticare aspramente una riflessione infarcita di luoghi comuni e priva di seria analisi di un opinionista che so essere intelligente e acuto. Mi duole perchè se anche uno come Paolo Macry si lascia offuscare dall’ideologia (poichè conoscendolo non posso pensare che sia condizionato dalla proprietà del giornale su cui scrive)affrontando un problema che ciclicamente “stupra” la nostra città allora davvero siamo condannati all’impotenza e alla rassegnazione. 15 anni di commissariamenti straordinari, 2 anni di super straordinarietà in deroga a tutte le leggi e con potere assoluto del governo e di un suo rappresentante(Bertolaso) con miracolo incorporato in diretta televisiva non sono riusciti a risolvere il problema?? Possibile che a un fine opinionista, a uno storico raffinato non passi neppure per l’anticamera del cervello che forse si tratta di emergenze create ad arte?? Che forse il difetto sta nel manico come usa dire? Che forse essa è alimentata oltre che dalla camorra anche da interessi economici e politici potenti che , sia detto per inciso, stanno anche dietro le proprietà dei giornali in cui si scrive? L’oedine pubblòico e dunque la criminalità organizzata o meno spetta mantenerlo alle forze dell’ordine e non alla società civile, spetta ai media dar voce a quella parte di società civile che invece non è passiva e negli anni ha tentato di reagire e farsi ascoltare nel sislenzio assordante dei media locali. I quali dannio spazio ad essa solo quando ci sono gli scontri e ad essi dedicano dotti editoriali “riformisti”. Suggerirei al professor Macry di fare una piccola ricerca storica e vedere se riesce ad individuare uno solo di questi raffinati riformisti, autori di libri epocali, che abbia mai messo in discussione le scelte politiche-economiche e istituzionali adottate in questo 16 anni in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania.
Di seguito l'edotoriale in questione..cliccate clicca(Qui)
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lunedì 20 settembre 2010

Viaggio nella raccolta differenziata dei rifiuti a Napoli


Segnaliamo il bel servizio di Norberto Gallo e Francesco Iacotucci sulla raccolta differenziata dei rifuti a Napoli..all'interno anche una chiacchierata con me.
Per vedere il servizio cliccate clicca(Qui)
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giovedì 24 giugno 2010

POMIGLIANO - Lettera aperta al segretario regionale della Cgil e al segretario regionale del pd


Riportiamo oggi la nostra lettera aperta al segretario regionale della Cgil e al segretario regionale del PD, scritta a seguito del referendum di Pomigliano e apparsa sul corriere del mezzogiorno di oggi a pg.14 nella rubrica Interventi e Repliche.
Eccola di seguito...

Corriere del mezzogiorno (giovedì 24 giugno 2010)
A Gravano e Amendola vorrei dire

Caro direttore, conosco da tempo il rigore morale e l’onestà intellettuale di Michele Gravano, segreteraio regionale della Cgil. Proprio per questo mi permetto di invitarlo a farsi promotore con la sua organizzazione di una iniziativa nazionale sulla questione di Pomigliano
Non ho condiviso la sua scelta e dell'organizzazione che rappresenta sul referendum di Pomigliano, ero nettamente schierato con la Fiom e la scelta di difendere i diritti dei lavoratori contro il ricatto della Fiat.
Un ricatto cinico e immorale da parte di un'azienda che ha fatto man bassa di bonus e incentivi statali e poi, approfittando non solo della crisi mondiale ma anche della particolare situazione di disagio economico e sociale di Napoli e della Campania, ha voluto imporre un accordo capestro che mette in discussione diritti costituzionali e dunque indisponibili scaricando sui soli lavoratori di Pomigliano una responsabilità di carattere nazionale.
Il risultato articolato delle percentuali dei e dei no del referendum consente, a mio avviso, di riavviare un'iniziativa. Al di là delle posizioni fin qui assunte faccio appello pubblicamente alla Cgil campana di farsi promotrice, magari insieme con le altre forze sindacali, di una forte iniziativa unitaria che chieda alla Fiat di confermare e avviare l'investimento e la produzione della nuova Panda a Pomigliano e di riaprire (o finalmente aprire) la trattativa per un'intesa condivisa da tutti.
Vorrei approfittare di questa lettera per rivolgermi pubblicamente anche al segretario regionale del Pd, Enzo Amendola.
Chissà se anche il mio segretario regionale, e attorno a lui il suo gruppo dirigente, ha capito ciò che è successo a Pomigliano. Gli operai esistono ancora, ci sono e ripropongono la questione dei diritti e del lavoro, ricordano a un partito come il nostro la storia da cui proviene.
Un partito che dovrebbe dedicare qualche riunione in più a questioni come quella di Pomigliano, piuttosto che perdere settimane in defatiganti e inutili discussioni tra correnti sul candidato alla segreteria provinciale.
Luca Stamati
Coordinatore provinciale Area Marino-Napoli
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mercoledì 16 giugno 2010

FIAT: POMIGLIANO Napoli- STAMATI, RICATTO FIAT E' IMMORALE


Riportiamo di seguito il comunicato stampa sulla vicenda di Pomigliano...
FIAT: POMIGLIANO; STAMATI, RICATTO FIAT E' IRRICEVIBILE
(ANSA)
- NAPOLI, 16 GIU

"Il ricatto cinico,arrogante e irresponsabile della Fiat ai lavoratori di Pomigliano e alla realtà metropolitana di Napoli è assolutamente sconcertante e irricevibile." Lo sostiene, in una nota, Luca Stamati,coordinatore provinciale Area Marino di Napoli.

Dopo la concessione, come da richiesta dell’azienda, della cassa integrazione e degli incentivi per l’auto, compito di un Governo degno di questo nome sarebbe di chiedere alla Fiat almeno di non inasprire il conflitto. Ho letto in questi giorni, sulla stampa locale insulse querelle su “diritti imperfetti” e mercato globale da inseguire e nessuna riflessione sul merito della questione Pomigliano.
Si tratta di accettare il ricatto di una azienda cinica che, approfittando dell’attuale stato di crisi e di malessere sociale di Napoli e della Campania , impone di accettare di mettere in discussione garanzie costituzionali e clausole dei contratti collettivi nazionali, e cioè Diritti Indisponibili dei quali i lavoratori non possono rispondere.
Pretenda il partito democratico a livello nazionale che il Governo faccia la sua parte, incalzi il pd regionale il presidente della giunta campana Caldoro e il sottosegretario Cosentino a fare la loro parte.
Dica con chiarezza la cgil campana chè è inammissibile politicamente e moralmente scaricare sui soli lavoratori di Pomigliano la responsabilità di introdurre nuove relazioni industriali che, come ripetutamente dichiarato dal ministro Sacconi, non riguarderanno solo Pomigliano ma tutta Italia!

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giovedì 3 giugno 2010

Dal Lago contro Saviano e polemiche a sinistra


Riportiamo oggi la nostra lettera sulla polemica Dal Lago -Saviano inviata al corriere del mezzogiorno e pubblicata martedì 01-giugno 2010 con la risposta del direttore del quotidiano Marco Demarco.

Da sinistra critiche a Dal Lago. Intanto esce un altro pamphlet
(di Luca Stamati da il Corriere del Mezzogiorno – Risponde Marco Demarco)

Caro direttore, ho letto tutto d’un fiato il suo articolo dal titolo «Anche da sinistra critiche a Saviano», (Corriere del Mezzogiorno del 25 maggio).
All’interesse, man mano che continuavo la lettura, si è sostituita una forte curiosità, tanto forte da decidere di andare a comprare il libro di Alessandro Dal Lago per leggerlo il prima possibile. L’ho letto, il libro, e siccome non riuscivo a «giustificare» l’iracondo e «metadiegetico» furore critico del valente studioso contro l’«eroe di carta» Saviano, l’ho riletto con meticolosa attenzione. Ma non riuscivo a darne una giustificazione plausibile. Allora, le confesso, ho lasciato perdere.
Poi l’altra sera, all’improvviso, un ricordo di gioventù è affiorato alla mia mente e c’è stata l’illuminazione. Si tratta di un aneddoto che potrebbe fornire una spiegazione convincente all’intemerata di Dal Lago.
Ricorderà che qualche decennio fa il giornale, che leggo regolarmente per affetto e adesione ideale e che poi è lo stesso che ha editato il pamphlet di Dal Lago, il manifesto, aveva una famosa rubrica delle lettere. Famosa per i suoi contenuti e perché giornali più grandi e più diffusi, il Corriere della Sera e la Repubblica, la usavano come spunto per avviare dibattiti sotto l’ombrellone durante i poco avvincenti, dal punto di vista delle notizie, mesi di luglio e agosto. In una di quelle soleggiate giornate al mare ricordo che proprio il Corriere della Sera dava conto di una lettera al direttore de il manifesto che, in pieno dibattito femminista, riportava le lamentele di una lettrice che scriveva, cito a memoria, più o meno così:
«Caro direttore, mio marito è di sinistra, legge da sempre il manifesto eppure si comporta da perfetto maschilista… come mai?».
La risposta, fulminante e piena di buon senso, di Valentino Parlato era, anche qui vado a memoria, più o meno questa:
«Cara compagna, abbiamo discusso molto tra di noi in redazione a chi toccasse, se a una donna o a un uomo, rispondere alla tua lettera e al tuo quesito, ma alla fine abbiamo deciso che non avesse importanza data l’unanimità di giudizio di tutti e tutte noi. La risposta è semplice… anche chi è di sinistra e legge il manifesto tutti i giorni può essere un coglione!».

risponde Marco Demarco

Un po’ di sarcasmo e qualche goccia di memoria personale: così anche Dal Lago è sistemato. Giusto? Mi dispiace, ma non ci sto. Ho conosciuto una sinistra che non si fece troppo scrupolo di polemizzare duramente con Giovanni Falcone al tempo della istituenda procura nazionale antimafia. E non riesco a capire perché oggi questa stessa sinistra consideri un «coglione» chiunque abbia dubbi sulla mitizzazione di Roberto Saviano. Anche Falcone era sotto scorta, e anche Falcone era stato oggetto di un fallito attentato all’Addaura. Ciò nonostante, la sinistra, senza paura di delegittimarlo, gli preferì Agostino Cordova, il quale a quel tempo appariva più affidabile. Se la regola prevede di non mettere mai in discussione chi è esposto sul fronte antimafia o è in pericolo di vita, come mai non fu rispettata nel caso del giudice palermitano e viene invece invocata oggi? La verità è che nessuno può sfuggire a un giudizio pubblico quando pubblico è ormai il suo ruolo. Tanto più legittima, poi, è la discussione sulla dimensione letteraria di Saviano. Qui il campo è aperto, ed è giusto che sia così. E se Dal Lago tira fuori la sua matita rossa, ecco che proprio di questi giorni è un altro pamphlet di un critico di professione che invece promuove, pur se senza lode, l’autore di Gomorra. Il critico è Giulio Ferroni, il quale nel suo libro Scritture a perdere (Laterza), si scaglia contro lo «scorrevole nulla» che caratterizza troppi scrittori contemporanei. In modo particolare Ferroni fa a pezzi autori che il successo ha reso intoccabili. È il caso di Paolo Giordano, per la «sospensione dolciastra» che ne fa un clone di Susanna Tamaro; ed è il caso di Margaret Mazzantini, «per il narrare sciatto e le forme rozze, eccessive e banalmente caricate». La censura cala impietosa anche su tutto il genere New Italian Epic a cui, secondo molti, apparterrebbe lo stesso Saviano. Tuttavia, nella voce di quest’ultimo, Ferroni vede molti dati positivi.
«L’originalità di Gomorra — scrive — non sta soltanto nella nominazione del male, nella diretta indagine sullo sfacelo a cui una parte d’Italia è stata ridotta al dominio della criminalità… l’autenticità della testimonianza va assai oltre i limiti di quello che a uno sguardo esterno potrebbe apparire come un’inchiesta giornalistica o un saggio sociologico». Come dicevo, però, anche Ferroni aggiunge che «non si può scambiare Gomorra per un assoluto capolavoro letterario». E ancora peggio dice del film omonimo di Garrone. Insomma, nessun timore reverenziale. A questo punto un buon segno per tutti sarebbe un confronto tra Dal Lago e Ferroni. Forse solo così la discussione su Gomorra e Saviano potrebbe prendere la piega giusta.

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venerdì 30 aprile 2010

Pd-Usciamo dal fortino assediato..basta autoreferenzialità!

Segnaliamo la nostra intervista a Norberto Gallo in cui parliamo del risultato elettorale e delle prossime elezioni comunali di Napoli. Il caso del prossimo Congresso provinciale Pd: "esclusi gli iscritti dell’ultimo anno, voteranno gli iscritti di due anni fa. » Di seguito il link dell'intervista in questione.....
clicca(Qui)
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mercoledì 14 aprile 2010

Pd Napoli-congresso provinciale con pacco e contropacco


Siamo in vista del congresso provinciale del pd napoletano,un congresso importante anche in prossimità delle elezioni comunali per il nuovo Sindaco di Napoli.
A questo proposito riportiamo di seguito la nostra intervista apparsa oggi su il corriere del mezzogiorno.

Stamati: «Attenti, ci stanno preparando un congresso provinciale con il pacco»
mercoledì, aprile 14, 2010
di Simona Brandolini(corriere del mezzogiorno)

"Allerta compagni ci stanno preparando un congresso col pacco"
Su Facebook il democratico Luca Stamati lancia l’allarme in vista della direzione regionale che si terrà domani alla presenza di Augusto Migliavacca. Tra le altre cose (per esempio affrontare i temi di una sconfitta bruciante?) comincerà l’iter per celebrare (era ora) il congresso provinciale del Pd. Per l’estate anche Napoli e provincia avranno un loro segretario.
Ma chi lo eleggerà?
«Qui sta l’inganno», avverte Stamati. «Secondo una norma dello statuto, potranno partecipare al prossimo congresso provinciale, con diritto di voto, solo gli iscritti al partito nel biennio 2008-2009 che rinnoveranno la tessera. Nel frattempo è cambiato il mondo, ma il Pd non se ne è accorto».

Dunque, il problema qual è: secondo Stamati se un deluso volesse ravvedersi e decidesse, ora, di iscriversi al partito potrà farlo, certo, potrà partecipare al congresso, ascoltare il dibattito, dire pure una parolina di conforto, ma non potrà votare il proprio segretario.
È così?
«Già, il congresso col pacco. Non solo c’è una chiusura ad eventuali nuovi iscritti, ma anche rispetto al popolo delle primarie. Gli elettori di Amendola non potranno votare per il segretario napoletano. La platea è quella stessa di Nicolais, dunque un’era geologica per la politica. Il gioco dell’oca. Abbiamo perso le elezioni regionali, alcune amministrative, e invece di andare avanti, torniamo indietro».
La norma di cui parla Luca Stamati è stata inserita in gennaio nello statuto nazionale dopo i casi campani di tesseramento gonfiato. Per evitare, insomma, imbrogli.
«Certo — prosegue Stamati— la motivazione ufficiale è questa. Di fatto, però, mantengono la platea e gli equilibri di allora. Si preserva lo status quo, favorevole al gruppo dirigente vigente. Non solo. Circola voci nei palazzi che oltre a questo pacco c’è anche il contropacco: pare che i maggiorenti del partito siano orientati ad andare a Roma e chiudere a Roma un accordo sul nuovo segretario. E qui si torna ulteriormente indietro, al Pci».

La conclusione di Stamati è questa:
«Se fosse tutto vero e lo è si dimostrerebbe l’assoluta inadeguatezza di questo gruppo regionale. Come si fa a radicare sul territorio un partito e chiudere al mondo esterno e farlo diventare tutta una questione tra correnti?».

Secondo il teorema stamatiano si tratterebbe dell’ennesima partita interna, la solita resa dei conti tra bassoliniani da una parte, antibassoliniani dall’altra. E già girano i primi nomi. Michele Caiazzo contro Massimiliano Manfredi o Mimmo Tuccillo.
Nel frattempo il segretario regionale Enzo Amendola dovrebbe provvedere all’azzeramento degli organismi dirigenti del partito. Non tanto a causa del terremoto elettorale, quanto piuttosto al fatto che Antonio Marciano e Mario Casillo, entrambi nell’esecutivo, sono entrati in consiglio regionale. E Emilio Montemarano si è autosospeso
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giovedì 18 marzo 2010

Leggetelo perchè è davvero stupefacente e magari...riflettete un pò


Da qualche giorno gira sul web un testo davvero interessante e sorprendente....lo riporto per intero pochè penso che possa essere utile rileggerlo dopo tanti anni.

VITE PARALLELE
“Il capo del governo si è macchiato ripetutamente durante la sua carriera
di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la
condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.

Perché il popolo ha tollerato e addirittura applaudito questi crimini? Una
parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per
interesse e tornaconto personale.

La maggioranza si è resa naturalmente conto delle sue attività criminali,
ma ha preferito dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo
il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur
conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile
effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.

Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un
partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue
maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il
buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia
è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo
esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto,
cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario,
buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che
disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di
profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare,
ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere
il personaggio che vuole rappresentare."


PS. Questo testo che da settimane circola sul Web, è datato 1° maggio 1945. Scritto da Elsa Morante, dedicato a Benito Mussolini, è pubblicato su
Paragone Letteratura. È un ritratto che vi ricorda qualcosa??

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
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mercoledì 3 marzo 2010

Quanto è importante la memoria per un popolo???


Ieri navigando su youtube ci siamo imbattuti in una intervista al Duce e dopo averla ascoltata ci siamo chiesti quanto è importante la memoria per un popolo.
Giudicate voi... di seguito l'intervista in questione... clicca(Qui)

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martedì 23 febbraio 2010

SE LA CLASSE OPERAIA VA SUL PALCOSCENICO


Oggi la prima pagina de la Repubblica era molto ricca di editoriale e commenti. Tutti con titoli attraenti che stimolavano la nostra curiosità,c'era insomma l'imbarazzo della scelta. Dopo averci pensato un pò abbiamo scelto quello a firma di Adriano Sofri incuriositi dal titolo un pò retro e attratti dalla storia anche politica dell'editorialista.
Ci siamo immersi nella lettura dell'editoriale con interesse sempre più accanito e siamo giunti alla fine attraverso un senso di nostalgia che man mano si è trasformato in assoluta condivisione fino a diventare soddisfazione profonda e,perchè nasconderlo, gratitudine verso l'autore.
E' davvero sorprendente che in tempi di scandali, sanremi, grandifratelli e gossip a gogo faccia capolino in prima pagina e in uno dei più grandi giornali italiani una notizia ed un commento del genere...forse, non vorremmo che fosse un nostro wishfull thinking, è il segnale che qualcosa potrebbe cambiare in quest'italia apparentemente narcotizzata e indifferente?
Abbiamo deciso dunque di darne conto ai lettori del nostro blog e aquelli della mia pagina face book affinchè anche qualche lettore più giovane di me possa leggerlo e magari rimanerne incuriosito e,perchè no, rifletterci un pò su.
Di seguito dunque l'articolo in questione...

SE LA CLASSE OPERAIA VA SUL PALCOSCENICO
di ADRIANO SOFRI - la Repubblica-23/02/2010

MENTRE l'orchestra appallottolava spartiti e recitava in lieve ritardo il suo mezzo Sessantotto - per farlo intero bisognava suonare Ciao amore ciao mentrei tre dicevano al mondo e a Dio Italia amore mio - gli operai di Termini spiegavano con dignità la propria storia e lasciavano misurare il tempo che è passato.

Uno di loro, prima di arrivare sul palco dell'Ariston, aveva trascorso dieci giorni sul tetto della fabbrica: anche questa, che sembra un'innovazione, risale al '68 ....( per continuare clicca su "leggi tutto") solo che allora a salire sui tetti e sventolare lenzuola erano i carcerati, ai quali ogni sortita era preclusa che non fosse la scalata al cielo. E anche questo fa misurare la distanza. Come si battono le operaie e gli operai, quando la Classe Operaia non c'è più? Prendete le migliaia di lavoratori dei call-center diventati bruscamente ostaggi delle partite di giro di liquidatori professionali che rilevano imprese col proposito di farle fallire: la girandola di sigle che passa per Eutelia Agile Phonemedia Answers Pmc Tpmc Libeccio Omega e così via. E denari stornati in Lussemburgo, Svizzera, nelle Isole del Canale, in Romania... Occupano le fabbriche, non vengono pagati da molti mesi, sono derubati dei contributi, guai se hanno mutui da pagaree figli da sfamaree mandare a scuola. A volte diventano proprio un volgo senza nome: «In banca ti chiedono: ti hanno licenziato? E tu rispondi no. Sei in cassa integrazione? E rispondi ancora no. Allora ti chiedono le ultime buste paga e tu devi spiegare che non le vedi da mesi». Hanno dei blog, mettono in rete i video. Al tempo in cui a Sanremo si sarebbe arrivati tutt'al più con un corteo, al tempo dei volantini, era meno frequente che i resoconti della lotta fossero intercalati da notazioni come questa: «Alla Answers di Pistoia le commesse non mancavano, a cominciare da quelle di Enel e Tim. Mancavano i soldi e la buona volontà dei padroni.

Una lotta romanzesca si è conclusa sabato e con una vittoria: notizia così rara che vale la pena di estrarla dalle pagine locali. Erano 560, 463 donne - molte venute dal sud, parecchie donne sole con figli - hanno occupato la fabbrica per centouno giorni, una quarantina hanno lasciato, sono rimasti in 520, cui una nuova proprietà ha garantito il posto di lavoro. A regime, chi lavorava 6 ore al giorno - la maggioranza - guadagnava meno di 800 euro, chi era a tempo pieno arrivava a un migliaio. «C'è chi non può più venire perché non ha i soldi della benzina». Dormivano nei sacchi a pelo, di giorno fabbricavano giochi, tenevano i bambini, o andavano in giro a cercare solidarietà.

Anche fra loro stessi. «Era cominciata una guerra fra poveri, minaccee insulti fra noi lavoratori, per renderci poi finalmente conto che siamo tutti sullo stesso Titanic». Omega mirava a tirar le cose per le lunghe, il tempo per incassare le sue speculazioni: la sentenza di un giudice l'ha sventato. Pistoia, città di artisti e di scontrosi, si è adoperata in una quantità di modi. Spettacoli di solidarietà, donazioni di supermercati e di privati, Arci e Coop, gruppi sportivi, anche l'associazione degli alpini. «Un giorno - racconta a un cronista Vera N., che ha trascorso i tre mesi nel call center col piccolo Andrew, un anno - è passato un idraulico.

Mi ha lasciato un biglietto, se avessi avuto bisogno di lui mi faceva i lavori gratis». Una mensa ha portato ogni giorno 50 pasti gratis per gli occupanti di turno. Il Comune si è adoperato per la sospensione delle bollette di acqua gas e luce. La Sanità regionale ha deliberato la gratuità di tutte le cure mediche. Due banche locali hanno anticipato stipendi e concesso prestiti senza interesse. Epifani l'ha chiamata «la lotta perfetta». La Cgil è orgogliosa oggi di contare 471 iscritti nell'azienda: la sera dell'accordo, ho visto il suo segretario Alessio Gramolati, che è un pezzo d'uomo, piangere mentre raccontava d'aver visto piangere di gioia le donne della Answers.

E riferiva il primo proposito di Cosima per suo figlio Stefano, 6 anni: «Posso comprargli i quaderni. Mi vergognavo, ma lui tornava da scuola che gli avevano messo la frutta nello zaino e il barista gli dava la colazione gratis». Il libro Cuore al tempo dei Call-center. Il vescovo si chiama Mansueto Bianchi, a dicembre va in visita nel centro occupato, dice: «La Chiesa di Pistoia vi guarda con enorme simpatia e si ritiene onorata di essere accanto a voi». Torna a celebrarvi la messa di Natale, tra centinaia di computer spenti e spento il riscaldamento, al freddo e al gelo, come si deve in un presepio.

Dice: «Tocca le corde profonde del cuore essere qui tra voi. Bisogna che ciascuno trovi dentro di sé il coraggio, contro questa economia corsara che macina le persone come carne da macello». L'accordo che ha concluso i 101 giorni - uno di più dei Cento di Napoleone, che per giunta finirono a Waterloo - prevede l'affitto, ed entro nove m e s i l a p r o p r i e t à , a l l a Call&Call di Umberto Costamagna, presidente dell'Assocontact, e dei suoi soci Simone Ratti e Domenico Nesci. Non hanno preteso di figurare da benefattori: «Enel è uno dei nostri principali committenti, e Answers è al secondo posto in Italia in quanto a gradimento dei clienti Enel». Ho cercato qualche notizia sul conto di questo signore spezzino, laurea in scienze politiche, trascorsi nell'editoria, e spero che razzoli come predica: cioè sostenendo che l'impiego nel call-center passa ancora per un ripiego, e che è al contrario una professione di qualità, che consiste nella relazione col cliente, e costituisce la principale risorsa. Idee che a chi ci lavora non suonano certo nuove: «A me lavorare in questo posto piace tanto, mi ha messo in comunicazione con la gente anche se è soltanto per telefono.

Mi ha dato sicurezza, sono meno timida adesso...», aveva raccontato alla Repubblica di Firenze Barbara, 32 anni, arrivata da Potenza alla Answers inseguendo un contratto a tempo indeterminato. E Marta G., 41 anni, di Montecatini: «Quella era la mia postazione, ogni giorno otto ore di lavoro duro, ma anche grandi soddisfazioni. Abbiamo iniziato dalle chiamate al 119 per le prepagate private, una piccola cosa... Ci siamo conquistati la fiducia di Tim e ci è stata affidata l'assistenza ai clienti del settore business. Abbiamo saputo far crescere bene quella che consideriamo una nostra creatura.

Ne siamo orgogliosi». Molte signore non avevano nessuna esperienza di sindacato, ma una di loro aveva avvertito in assemblea: «Non sanno che cosa vuol dire andare contro una madre che difende il proprio figlio».

Alla cena che ha festeggiato l'accordo Costamagna ha partecipato assieme ai lavoratori e a mezza città. I dipendenti sono tutti riassunti a partire da ieri: quelli che non entreranno subito in produzione per il calo delle commesse avranno per la prima volta la cassa integrazione. Domenica alla Answers hanno fatto calare dal tetto uno striscione con la scritta maiuscola: La lotta paga, perché lì davanti passa la ferrovia Firenze-Viareggio. Chissà che cosa avranno pensato i viaggiatori: magari che era un cimelio del famoso '68, miracolosamente scampato alle intemperie.

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