mercoledì 7 settembre 2011

De Magistris secolarizzato


Pubblichiamo oggi l'editoriale del direttore del corriere del mezzogiorno di oggi Marco Demarco sul sindaco di napoli Demagistris. Riteniamo che sia interesante e ricco di spunti per una riflessione approfondita.....

De Magistris secolarizzato: il sindaco
non deve essere mai criticato?

di MARCO DEMARCO

Secondo molti, criticare Berlusconi fa bene all'anima; contestare Caldoro non fa mai male; e sbeffeggiare Cesaro è il giusto relax dopo tanta indignazione. C'è però de Magistris. Come metterla con lui? A parte i fan del pro e del contro, mi hanno colpito, nel mio blog su Bagnoli e la Coppa America, le posizioni di quanti ritengono che il sindaco non debba essere toccato mai, neanche con i guanti, anche se è corresponsabile a pieno titolo di un fallimento. Nel caso specifico, del fallimento della Vuitton Cup. Mi ha colpito, poi, ma su un fronte lontano dal fanatismo arancione, il ragionamento del sociologo Luciano Brancaccio, apprezzato collaboratore di questo giornale. Il quale dice: attenzione, non esagerate a sparare su de Magistris, perché questa è l'unica minestra che passa il convento e, sebbene un po' piccante, non è neanche tanto male. De Magistris ha comunque scardinato il blocco politico-sociale che paralizzava la città. E dunque, dice Brancaccio, c'è una retorica della politica, ma anche una retorica della critica. È vero, è così. Tuttavia, un difetto di critica, un suo addolcimento porterebbe nuovamente al conformismo e alla correttezza politica dei primi anni di Bassolino. Ma, a parte questo, il nuovo caso Bagnoli non può essere sottovalutato per almeno tre ragioni: ha «denudato» il re; ha minato il perfettismo di alcuni movimenti ecologisti; ha svuotato la bolla della democrazia partecipante e decidente. In una parola, le vele negate a Bagnoli hanno indirettamente secolarizzato, e dunque modernizzato, la vita politica napoletana. La quale si stava già avvitando in un vortice di narcisismo, leaderismo e misticismo rivoluzionario. Mi spiego. Il sindaco de Magistris fa bene a ritenersi un valore aggiunto per la città, ma certo non è infallibile. Il sindaco di Venezia, meno esposto mediaticamente, ha portato a casa risultati che a Napoli stiamo ancora aspettando. Ancora. I nostri ambientalisti, da quelli di Italia Nostra a quelli delle Assise di Palazzo Marigliano, hanno svolto, negli anni passati, un ruolo decisivo, ma ora hanno dimostrato di non essere sufficientemente autonomi ed equidistanti. Hanno concesso a de Magistris ciò che a nessun altro hanno permesso: avevano già accettato, ad esempio, che la colmata a mare, benché «fuorilegge», venisse legittimata come agorà della Vuitton Cup. Infine, i teorici della democrazia partecipata, come il professor Lucarelli, anche se preziosi, sono stati messi in ginocchio da una operazione completamente sfuggita al controllo pubblico. Tanto da dover accettare, loro, i paladini della trasparenza, addirittura la mortificazione della segretezza, invocata dal sindaco che trattava con gli americani. Se questo processo di secolarizzazione è reale, bisogna allora dedurne che non tutte le sconfitte sono davvero tali. E che, se è vero che il postmodernismo è in crisi per far posto a un nuovo realismo, qualcosa del genere sta accadendo anche a Napoli. L'arte tornerà all'ordine, la filosofia al concreto. E la politica? Il mio augurio è che impari a tenere i piedi per terra. A Brancaccio, infine, dico che sì, sarebbe meglio che a giudicare de Magistris fosse il tempo. Ma come diceva Tocqueville: «Il futuro, giudice illuminato e integro, arriva sempre troppo tardi».
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