domenica 5 dicembre 2010

Emergenza rifiuti/Napoli - Come uscirne definitivamente


Pubblichiamo di seguito l'articolo, apparso oggi su La repubblica Napoli, sulla questione dell'emergenza rifiuti a Napoli...

UNA MORATORIA SULL'INCENERITORE
(da la Repubblica Napoli- 5 dicembre 2010)
di Luca Stamati

L’ ennesima emergenza rifiuti che dopo due anni, ormai c’è un timing preciso, si è ripresentata beffarda e drammatica svelando il falso miracolo annunciato in diretta televisiva da Berlusconi nel 2008, sembra risvegliare coscienze nella società civile napoletana e cominciare a scuotere dal torpore mentale persino il ceto politico.
Dopo 16 anni di scelte politico-istituzionali funzionali alle potente lobby affaristica dell’incenerimento (di cui l’ultimo decreto, il dl 196 del 26 novembre 2010, pare ancora diretta emanazione) e delle discariche, dopo aver sperperato 3 miliardi e 200 milioni di euro che hanno prodotto 7 milioni di ecoballe che chissà quando potremo smaltire, un inceneritore ad Acerra che funziona a singhiozzo e danni immensi all’immagine di Napoli e dei napoletani, finalmente qualcosa si muove anche nella classe politica.
È il primo importante risultato della caparbietà, la determinazione, lo studio e la passione di tanti comitati, associazioni e singoli che, in lungimirante solitudine, spesso derisi e dipinti come minoritari e non al passo conia modernità, non hanno mai smesso di denunciare i rischi e l’inutilità di un piano di raccolta e smaltimento dei rifiuti, nato nel 1994 e portato avanti stoltamente dai commissari e dai governi di centrosinistra e di centrodestra che in questi 16 anni si sono alternati al potere, inutile e dannoso e di proporre un piano alternativo virtuoso e moderno.
Leggere oggi che Umberto Ranieri si interroga sulla reale necessità di un nuovo inceneritore a Napoli, dopo che Nicola Oddati già al momento della sua discesa in campo si era detto pubblicamente contrario, che persino Andrea Cozzolino, su queste pagine, si dica nettamente contrario alla loro costruzione lascia ben sperare.
Se si tiene conto che tutti e tre sono candidati alle primarie del Pd e che gli ultimi due sono stati per anni stretti collaboratori di Antonio Bassolino, che non dimentichiamolo è stato uno dei protagonisti del ciclo dei rifiuti basato essenzialmente sull’incenerimento, e si pongono così in autocritica e netta discontinuità con le scelte che in passato pure hanno appoggiato, vuol dire che qualcosa davvero si muove. Se i tre candidati alle primarie del maggior partito della coalizione che governa la città da un decennio accettano la sfida della discontinuità effettiva, perché basata su una scelta concreta e tangibile come quella dello smaltimento dei rifiuti, forse e dico forse anche a Napoli la politica può finalmente uscire dal finto teatrino autoreferenziale tra bassoliniani e antibassoliniani.
Un teatrino sempre però nel solco della continuità con le scelte amministrative e politiche che, per dirla con un sempre efficace motto antico, cambiavano i musicanti ma la musica era sempre la stessa e che ha caratterizzato l’ultimo quindicennio della vita politica campana.
Qualcosa si muove anche nel centrodestra se il Consiglio provinciale di Napoli darà seguito al documento, approvato dalla commissione consiliare competente su impulso di Giovanni Bellerè (con l’astensione del Pd!), che «impegna la Sap-Na ed il presidente Cesaro ad attivare la realizzazione di impianti di tecnologie avanzate per il recupero della materia, in particolare un impianto per il trattamento meccanico manuale».
Nell’attesa che il presidente Cesaro e il Consiglio provinciale siano conseguenti chiediamo, intanto, ai tre candidati alle primarie e al nostro partito di fare appello al sindaco di Napoli affinché si faccia promotrice di una moratoria sull’inceneritore di Napoli Est.
Per avviare una discussione e un confronto sulla sua reale necessità in città, a partire dai cittadini residenti nella zona interessata all’impianto che, tra l’altro, ospita nelle vicinanze l’Ospedale del Mare.
Occorrono assise cittadine che mettano al centro della discussione la possibilità e la reale fattibilità anche qui a Napoli di un ciclo virtuoso dei rifiuti basato sulla riduzione, il riciclo, il recupero e il riuso dei rifiuti, attraverso la raccolta differenziata spinta, impianti di trattamento dell’umido (compostaggio), impianti di separazione e di recupero finale della frazione secca non differenziata (modello Vedelago).
Una filiera quest’ultima più efficiente, più moderna, più sostenibile e sicuramente più economica di un nuovo inceneritore a Napoli Est, non necessario e inutile persino da un punto di vista imprenditoriale.
E nel frattempo risolvere l’emergenza delle tonnellate di rifiuti sparse per le strade chiedendo al presidente della Regione Caldoro, l’unico per legge competente a intervenire, di emanare subito un’ordinanza che individui centri di stoccaggio provvisorio e discariche già esistenti nel territorio della regione dove poter sversare i rifiuti in eccedenza. Una scelta quest’ultima che, tra l’altro, renderebbe anche più credibile la richiesta di solidarietà rivolta alle altre Regioni.
L’autore è coordinatore provinciale dell’area Marino del Pd
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