mercoledì 22 ottobre 2014

Il Corriere del Mezzogiorno e il "soffietto elettorale".... al servizio del'assessore regionale?

La deriva della stampa locale a rimorchio del "potere" ha assunto,questa mattina, il volto di una articolo megafono ,per altro a firma di un giornalista di solito serio e rigoroso, al servizio di un assessore al lavoro inconsistente che non ha prodotto nulla sulle politiche del lavoro. Siamo certi che l'articolista e il suo giornale adesso pubblicheranno un'inchiesta seria sull'argomento ascoltando anche il punto di vista dei disoccupati aderenti al Progetto Isola Bros che di megafoni simili non dispongono.

Pubblichiamo di seguito l'articolo "soffietto" in questione: LAVORO, SUSSIDI E MOVIMENTI ORGANIZZATI Quel vicolo dove sono tutti «Bros» In un libro le rivelazioni di Severino Nappi, assessore regionale al Lavoro di Paolo Grassi NAPOLI - «Famiglie pluridestinatarie dell’assegno (in un caso erano in cinque); beneficiari privi dei requisiti (sono detenuti o anziani); invalidi che cumulano la pensione per l’inidoneità al lavoro con i sussidi perché non trovano lavoro. Il mio preferito (si fa per dire) è però il caso della strada dei Bros: a fronte di interi quartieri senza alcun iscritto al progetto, a Napoli c’è una singola viuzza dove praticamente tutti recepiscono la prebenda». Severino Nappi, ordinario di diritto del lavoro, è assessore della giunta regionale dal maggio del 2010. LA PRESENTAZIONE - Oggi pomeriggio (dalle 17.30), al Teatro Mercadante, il vicecoordinatore regionale di Ncd presenta il suo terzo libro, “Jobs (f)act”, un manifesto «contro la politica del (non) lavoro intollerabile, quella che vive sull’idea che siano continue norme a creare occupazione». Sul palco, moderati da Andrea Pancani di Omnibus La7, interverranno il governatore Stefano Caldoro; Domenico Arcuri, ad di Invitalia; Stefano Fassina del Pd; Marco Gay, presidente dei Giovani di Confindustria; Cristina Guerra del Tg1; Filomena Pucci, blogger per il Corriere della Sera; Davide Tizzano, ex canottiere medaglia d’oro olimpiadi Seul 1988. «Appena insediato — ricorda Nappi nel testo edito da Aliberti Editore — avvio un censimento delle vertenze occupazionali in Campania. E nel capitolo sulla formazione scopro situazioni paradossali o illegittime, in particolare proprio sul progetto Bros». Sigla che «sta per Budget per il reinserimento occupazionale e sociale. Un’iniziativa nata con la (dubbia) intenzione di formare alcune migliaia di persone». Circa 4000, precisa al Corriere del Mezzogiorno l’esponente dell’esecutivo di Palazzo Santa Lucia («e incassavano un assegno mensile di 500 euro più buoni pasto»). I corsi «erano effettuati presso aziende non meglio precisate» e «il risultato generale — è scritto sempre in Jobs (f)act — è stato un sussidio durato tredici anni». Fin quando, «noi abbiamo deciso di chiudere i rubinetti». Eppure «i Bros sono vivi e lottano insieme ai miei colleghi politici». La copertina del libro edito da Aliberti COSÌ FUNZIONANO LE ASSUNZIONI - Ma Nappi non si ferma: «In Campania le assunzioni pubbliche hanno spesso funzionato così: prima si bandiva un progetto per i corsi di formazione; poi si ammettevano al corso gli amici e gli amici degli amici; infine, grazie ad artifici truffaldini, si assorbivano i partecipanti in strutture para-pubbliche, le famigerate partecipate. Le quali, da noi, sono ovviamente colme di esuberi». Quando, poi, «la pacchia (e i soldi) sono finiti, è passata la linea soft — quella, appunto, delle prebende a vita – forse anche più dannosa della precedente. Per anni, ogni anno, i progetti di formazione sono stati rifinanziati (spesso con i fondi europei) solo per garantire un assegno mensile ai corsisti senza corsi. Perché l’altro scandalo, infatti, è che spesso la formazione è rimasta soltanto sulla carta, nonostante i costi faraonici sostenuti dalla Campania: un miliardo di euro dal 2000 al 2010, comprese le lezioni alle aspiranti veline».Ma il giuslavorista napoletano, un passato da dirigente dei Ds, non accusa solo i professionisti del sussidio. «Ogni volta che Matteo Renzi (che si è cucito addosso, su misura, il mito dell’uomo solo al comando) arriva a Napoli, l’intellighenzia partenopea ha la reazione tipica della rondine a primavera: risveglio dal torpore e volo alto verso il caldo. Illustri dottoroni, scienziati e professori inforcano la penna e iniziano a inondare la stampa di profondi e ispirati pensieri alla leniniana maniera del che fare». Solo che «tutto questo gran proporre si manifesta spesso da luoghi ameni o lussuosi». È venuta l’ora di dire basta anche a questi professionisti del «bastismo» («basta con questo, con quello e con quell’altro»). 22 ottobre 2014
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