lunedì 9 novembre 2015

Napoli Demagistris Giletti i Partiti e la...Danza Immobile 'UNA CITTÀ PRONTA A ESPLODERE'

Pubblichiamo di seguito l'intervista la presidente di Pangea Blu rilasciata a it.Blastingnews.com...... Luca Stamati di Pangea Blu richiama l'attenzione su problemi reali e assenza della politica 'Qui si pratica una danza immobile' Della città di Napoli ne parla Luca Stamati, ex assessore provinciale all'ambiente della giunta Lamberti, attualmente fondatore e animatore dell'associazione Pangea blu, che si occupa dei diritti dei lavoratori e della tutela del territorio. Stamati ne parla spesso sui social del distacco forte e cronico che si è creato tra la città e la politica. Ma non smette di credere in una inversione, possibile e auspicabile, con la politica che fa il suo mestiere e la popolazione che responsabilmente contribuisce a migliorare la condizione propria e della città. Per Stamati sono tre i punti sui quali bisogna puntare con urgenza per portare Napoli fuori dal baratro. La questione lavoro, la bonifica e il riassetto idrogeologico del territorio, i rifiuti. “Si punti ad avere finalmente una raccolta differenziata degna di questo nome – chiede Stamati – completando il ciclo con i necessari impianti di compostaggio. E smettiamola di dare soldi agli olandesi mandando rifiuti lì. Sappiamo tutti che facendo funzionare a pieno regime l'inceneritore di Acerra, con una differenziata anche solo al 50% e due impianti di compostaggio, risolviamo definitivamente il problema”. Pangea Blu non è impegnata in prima linea nel dibattito politico ma non è escluso nemmeno un coinvolgimento. A Napoli l'appuntamento con le prossime amministrative si annuncia più nebbioso del precedente. Allora c'erano i movimenti e un grande fermento in città che inneggiava al cambiamento, alla rivoluzione arancione. Oggi? “Oggi c'è una danza immobile - risponde Stamati -, tutti si muovono ma non si muove nessuno. Con un sindaco che usa la città come trampolino di lancio per sua carriera politica nazionale, una opposizione che non c'è e non c'è stata, un centrodestra spaccato, un Pd in cui non appare uno con una visione della città e i Cinque Stelle chiusi nel loro dorato mondo ma non si sente nulla sulla città”. La conclusione dell'ex assessore provinciale è una accusa chiara e precisa: “Stanno sottovalutando la gravità della questione. Napoli sta per esplodere. Una metà dei napoletani non vanno a votare, tra cui disoccupati, giovani, precari, pensionati, tutte persone che sono invisibili e non c'è uno che tenti di parlare a questa gente e l'informazione certo non aiuta, possibile che si parla di disoccupazione sui giornali e nelle tv solo quando si blocca il traffico o si minaccia il suicidio?”. 9 novembre 2015 di MARZIO DI MEZZA
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venerdì 4 settembre 2015

Il perenne “Paradiso abitato da diavoli” - Napoli e Sud

Buongiorno amici e Ben trovati...spero abbiate trascorso buone vacanze. Il mio rientro coincide con la lettura dell'Espresso di questa settimana e con un splendido editoriale di Luigi Vicinanza. Spero di fare cosa utile condividendo questa riflessione con voi... di qui alle prossime elezioni amministrative di Napoli ci sentiremo con più frequenza.

Il perenne “Paradiso abitato da diavoli” di Luigi Vicnanza Un paradiso abitato da diavoli questo Mezzogiorno renziano. Delizia e dannazione. Serbatoio di voti preziosi e fucina di emergenze perenni. Terra incognita, dove si amplificano tutti i mali di una nazione. Persino Roma si è risvegliata all’improvviso meridionalizzata. Sotto gli sguardi distratti delle sue classi dirigenti, lontana dalla passione civile che anima la sua intellettualità. Mafia Capitale ed è stato uno choc, tra chi ha provato a negare la natura mafiosa del malaffare e chi si è ostinato a non capire, primo tra questi l’evanescente Marino. Il sud dunque come dimensione dell’immobilismo tumultuoso. Distillato di problemi da aggredire senza che ciò mai accada. È stato così negli ultimi trent’anni. Un destino da ribaltare, nella stagione del premier-segretario, con timidi segnali di calo della disoccupazione e il Pil in ripresa di uno zero qualcosa. «Dobbiamo uscire dalla cultura della rassegnazione», disse Renzi un anno fa, vigilia di Ferragosto, nella sua prima visita da capo del governo nelle grandi città meridionali. «Il vero problema del Mezzogiorno è la mancanza di politica, non dei soldi», ha sottolineato un mese fa davanti alla direzione del Pd convocata d’urgenza. Era il 7 agosto, un venerdì immediatamente prima del liberi tutti. Titoli assicurati nei tg e sui quotidiani sull’onda dello stupore suscitato dai dati contenuti nel rapporto Svimez: il Sud - è la tesi degli analisti della storica associazione di ricerca sulle condizioni economiche del Mezzogiorno - sta messo peggio della Grecia. Dal 2000 al 2013 le sette regioni dell’antico regno borbonico con l’aggiunta della Sardegna hanno segnato un incremento della ricchezza di un misero 13 per cento del Pil contro il 24 della semifallita Atene. Peggio, molto peggio della grande ammalata d’Europa. Strano destino per questo nostro pezzo d’Italia: per mesi l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale è stata giustamente concentrata sulle sorti della vicina Grecia e dunque sulla capacità di resistenza dell’euro. Mentre da anni il Mezzogiorno d’Italia è alla deriva, prigioniero di una secessione non dichiarata ma praticata nei fatti dalle classi dirigenti di qualsiasi area geografica del Paese. Dunque, “È sparito il Sud”, titolo di copertina del numero di questa settimana. I servizi di Federica Bianchi, Marco Damilano, Sabina Minardi e l’opinione di Cesare de Seta analizzano le cause di un fallimento sociale, politico, economico e persino culturale: dalla dissipazione dei fondi europei (raccontiamo le vicende incrociate di Crotone in Calabria e di Rzeszów in Polonia); alla conflittualità della politica (per la prima volta tutti i presidenti delle regioni meridionali sono targati Pd, ma in continuità con il passato come insegna la Sicilia di Rosario Crocetta); fino all’ultima bandiera strappata dell’orgoglio sudista: la cultura. Costretta ad emigrare insieme alla meglio gioventù. È in crisi anche la formazione del capitale umano coltivata in atenei con sempre meno soldi e meno studenti. È l’altra faccia della desertificazione del Sud. Da “l’Espresso” un contributo di informazioni al dibattito nazionale che Renzi aveva auspicato in quella riunione di inizio agosto. Alla quale sarebbe dovuto seguire un’assemblea degli “stati generali” del Sud di cui nel frattempo si è persa traccia. Il presidente del Consiglio invece parlerà a Bari all’annuale fiera del Levante sabato 12 settembre. Come prima di lui hanno fatti tutti i capi del governo della prima e della seconda Repubblica. È atteso un masterplan con, si spera, interventi e tempi definiti. Benvenuto al Sud. Colpisce, nella retorica del Partito democratico, un dato di fatto: il meridione è assente dal programma ufficiale della Festa nazionale dell’Unità. A Milano nei 13 giorni di incontri e dibattiti governatori e sindaci del Sud sono stati tenuti alla larga. Solo sabato 5 settembre, informa “il Mattino” di Napoli, è stato ricavato un buco: in un orario non proprio di punta, le 10 del mattino, ci sarà un seminario coordinato da Debora Serracchiani, vicesegretario del partito ma innanzitutto presidente del Friuli Venezia Giulia. E gli ingombranti Emiliano e De Luca? “Un paradiso abitato da diavoli” è il titolo di un celebre discorso pronunciato dal filosofo Benedetto Croce. Era il 1923, quasi cent’anni fa…
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lunedì 8 giugno 2015

Il Popolo Bue non abita a Napoli - su De Luca. il pd, Renzi e i...napoletani

Le ultime elezioni regionali e segnatamente i risultati di quelle svoltesi qui in Campania sono molto indicative. Mandano, dal mio punto di vista, diversi segnali contrastanti tra loro ma estremamente chiari ed inequivocabili. Proverò in estrema sintesi ad elencare ed a provarne e a spiegare alcuni punti essenziali UN RISULTATO POSITIVO Hanno punito giustamente 5 anni di governo della giunta regionale di centrodestra presieduta da Caldoro. Una giunta ed un governo responsabili di immobilismo sull'utilizzo dei fondi europei, tagli draconiani alla sanità che hanno aumentato i disagi strutturali , abbassato il livello qualitativo del servizio con un alto costo sociale per i ceti meno abbienti. Se a questo si aggiunge lo stato del servizio di trasporto pubblico interregionale, la mancata attuazione di interventi di bonifica e riqualificazione ambientale, il sostanziale immobilismo sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e la nefasta opera di intervento sulla questione del lavoro operata dall'assessore alla disoccupazione , Severino Nappi, appare chiaro che il risultato di Caldoro è persino lusinghiero. UN RISULTATO NEGATIVO MA PARADOSSALMENTE POSITIVO Un astensione attorno al 50% che mostra disaffezione alla politica di troppi cittadini ma, al tempo stesso, un segnale fortissimo alla politica stessa che ormai si è arrivati al limite della sopportazione e una richiesta forte di cambiamento concreto e tangibile da parte della metà dei cittadini di questa regione. UN RISULTATO NEGATIVO PER LA CAMPANIA E PER I SUOI CITTADINI Lo pensavo prima delle elezioni e non ho cambiato idea adesso. Candidare un condannato in primo grado, ancorchè per legge candidabile ed eleggibile, a governatore della campania pur sapendo che una volta eletto sarebbe stato inevitabilmente sospeso e dunque messo ..almeno per un periodo di tempo abbastanza lungo, nelle condizioni di non poter governare in forza di una legge in vigore. la Legge Severino, è stata una scelta da avventurieri ed irresponsabili. Il frutto avvelenato di una partita elettorale e politica estranea agli interessi della Campania giocata da un candidato che si presenta sperando , una volta eletto, di poter governare a dispetto della legge. Di un gruppo dirigente di partito locale non all'altezza della sfida e assolutamente incapace non solo di produrre un'altra candidatura ma completamente al servizio di pochi signori di tessere e voti. In pratica un gruppo dirigente a guardia del bidone. Un leader di partito e capo del governo colpevole o di sottovalutazione del pasticcio in cui avrebbe ficcato la Campania e se stesso o di impossibilità di esercitare appieno la sua leadership in periferia. In entrambi i casi non certo un punto a suo favore. UN RISULTATO POSITIVO ED UN SEGNALE DI SPERANZA Se si guarda con attenzione ai risultati della sola città di Napoli il quadro non è affatto fosco. A Napoli non ha votato il 50% degli elettori come nel resto della regione ma...di quelli che sono andati a votare... la maggioranza non ha premiato ne Caldoro nè De Luca ..il primo partito in città infatti risulta il movimento 5 stelle. Significa che per la stragrande maggioranza dei napoletani non si riconosce più nell'offerta politica delle due grandi coalizioni e partiti tradizionali. Questo è un segnale di sfiducia verso la politica ma anche e soprattutto una richiesta di novità e cambiamento. In pratica i cittadini napoletani(la gran parte) hanno punito Caldoro e i suoi 5 anni di governo della regione e... rifiutato il "pacco".. DeLuca. Per una volta Napoli è piacevolmente controcorrente e lascia ben sperare in un futuro meno plumbeo per questa splendida e martoriata città. Un segnale di speranza.Chi e quanti saranno disponibili a cogliere questa speranza di cambiamento e a impegnarsi direttamente per darle una rappresentanza?

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martedì 19 maggio 2015

Napoli - Lavoro, Pangea Blu chiama in causa i candidati governatore (19....

DIGNITA' - LIBERTA'...... LAVORO Pubblichiamo di seguito l'intervista fatta prima dell'assemblea sul Lavoro a Napoli che si è tenuta Lunedì 18 maggio al maschio Angioino)

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lunedì 4 maggio 2015

Ecco Come Creare Lavoro a Napoli

ASSEMBLEA SUL LAVORO A NAPOLI (promossa dall'associazione Pangea Blu e grazie all'ospitalità del gruppo consigliare RED) LUNEDI' 18 MAGGIO ore 16.00 - (Antisala dei Baroni - Maschio Angioino - Napoli ) Basta disoccupazione e precarietà a Napoli..... ECCO COME CREARE LAVORO!! Le cifre che ha fornito l'Istat sull'aumento della disoccupazione sono preoccupanti e qui a Napoli sono ancora più drammatici. Al di là dei numeri, la disoccupazione comporta povertà, perdita della casa, criminalità, denutrizione, abbandoni scolastici, antagonismo etnico, famiglie spezzate e altri problemi sociali. Occorre dunque creare immediatamente NUOVO LAVORO! Basta volerlo davvero. Ci sono i soldi e ci sono i settori di intervento dove investirli. COME!? Vieni all'Assemblea del 18 maggio e te lo spiegheremo

nei dettagli!
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