In un momento di crisi economica mondiale la via più facile per i governi è alimentare le paure e poi proporsi come salvatori al proprio popolo. Un popolo che non ha paura usa la ragione e governa gli istinti peggiori e dunque potrebbe organizzarsi e, unito, chiedere con forza soluzioni alla crisi, un popolo impaurito e minacciato è confuso, smarrito, diviso e incapace di difendersi.
Riflettendo su questi temi ho ripensato ad un passo di un vecchio libro di Edoardo Galeano "A testa in giù" che sembra profetico ed ho pensato di riproporlo ai nostri lettori. Eccolo di seguito..
La paura globale (
Quelli che lavorano hanno paura di perdere il lavoro.
Quelli che non lavorano hanno paura di non trovare mai lavoro.
Gli automobilisti hanno paura di camminare e i pedoni hanno paura di essere investiti.
La democrazia ha paura di ricordare e il linguaggio ha paura di dire.
I civili hanno paura dei militari, i militari hanno paura della mancanza di armi, le armi hanno paura della mancanza di guerre.
E’ il tempo della paura.
Paura da parte della donna della violenza dell’uomo e paura da parte dell’uomo della donna senza paura.
Paura dei ladri, paura della polizia.
Paura della porta non chiusa a chiave, del tempo senza orologi, del bambino senza televisione, paura della notte senza pastiglie per dormire e paura del giorno senza pastiglie per stare svegli.
Paura della moltitudine, paura della solitudine, paura di ciò che fu e di ciò che potrà essere, paura di morire, paura di vivere.
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