giovedì 23 aprile 2009

Robespierre "L 'Incorruttibile"- alla luce di quanto succede oggi forse andrebbe rivalutato


A dispetto della scientifica denigrazione storica della sua figura Maximilian Robespierre andrebbe a nostro avviso rivalutato.
"(...)non fu mai un dittatore e mai gli venne in mente di sciogliere la Convenzione. Il suo voto, all'interno del Comitato di Salute Pubblica, non contò mai più di un dodicesimo. Non solo. L'Incorruttibile desiderò sempre che ad una rivoluzione politico-giuridica se ne affiancasse anche una sociale che, pur garantendo la proprietà privata, fosse in grado di sottrarre le masse popolari alla fame, alla miseria e all'ignoranza. Così con Robespierre si affermarono Diritti (come l'assistenza ai più deboli - cioè le nostre moderne pensioni sociali -, il suffragio universale, l'istruzione gratuita e di massa, la riforma agraria, il calmieramento dei prezzi relativi ai generi alimentari e di prima necessità - maximum generale - ) fino ad allora impensabili e improponibili. Robespierre si batté per l'abolizione della schiavitù nelle Colonie francesi e la Costituzione giacobina del 1793 da lui ispirata e voluta è una Carta dei Diritti che ancora oggi costituisce il nerbo di tutte le democrazie occidentali.(..)Il primo a ripristinare una lettura storica, e non faziosa, dell'Incorruttibile è stato Albert Mathiez, proprio nel suo saggio "Perché siamo Robespierristi".
Grazie a questo storico si è scoperto che ....( per continuare clicca su "leggi tutto")l'etichetta di "sanguinario" fu affibbiata a Robespierre proprio dai terroristi più esasperati saliti al potere dopo il 9 Termidoro (giorno in cui l'Incorruttibile fu arrestato). Si è capito che Robespierre rappresentò la moderazione, durante il Terrore, come confermano le testimonianze di alcuni suoi stessi nemici come Girault, girondino, e l'abate Le Duc, figlio naturale di Luigi XV. Lo stesso deve dirsi sulla sua presunta dittatura: all'interno del Comitato di Salute Pubblica egli era in minoranza; il Comitato di Sicurezza Generale gli era fortemente ostile tanto che questa ostilità pesò in maniera determinante sull'esito del 9 Termidoro.

Né si può dimenticare la sua netta contrarietà, durante la Costituente e in tempo di pace, alla pena di morte così come alla dichiarazione di guerra che la Francia Rivoluzionaria, sotto la spinta dei girondini e della stessa Monarchia, votò il 20 aprile 1792. Una guerra da lui fortemente osteggiata e poi vinta a Fleurus grazie soprattutto alle misure economiche applicabili solo con il Terrore, il cui vero scopo era proprio quello di creare le condizioni adatte per un dirigismo economico in grado di reperire le risorse finanziarie finalizzate a nutrire un esercito sempre più numeroso.

Potremmo continuare a lungo con queste considerazioni, ma ciò che deve fare più riflettere è che Robespierre, dai suoi contemporanei, era considerato positivamente, il più delle volte osannato, e sarebbe rimasto nella Storia un grande statista se fosse morto, sotto i colpi di Admiral, nell'attentato del 4 Pratile, cioè prima che venissero votati i provvedimenti che vanno sotto il nome di Grande Terrore.

Tutte queste considerazioni evidenziano come le storiografie termidoriana, capetingia e dantonista abbiano creato una forte mistificazione intorno alla figura di Robespierre che, oltre ad aver lasciato un segno indelebile nella Storia delle moderne socialdemocrazie, ebbe un'altra dote, sin d'allora merce rara: l'onestà.
Se infatti Mirabeau, Danton, Fouché ed altri arricchirono con la Rivoluzione, Robespierre guadagnò l'appellativo di Incorruttibile, appellativo riconosciuto finanche dai suoi stessi nemici.

Così ci sentiamo di poter sposare le parole di Mathiez che, per dare un'idea concreta di quella che era la situazione nella Francia del 1793, effettua un paragone con ciò che accadde nella nazione d'Oltralpe durante la Prima Guerra Mondiale, altro evento catastrofico come quello che i francesi si trovarono a fronteggiare durante la Rivoluzione, con una sola sostanziale differenza che la Francia del 1914 era una nazione unita e senza conflitti interni, quella del 1793 era dilaniata anche da una guerra civile causata da numerose ed estese insurrezioni come quelle in Vandea, a Lione, Tolone , Bordeaux, Caen, Nimes, Marsiglia ed altre città schierate con i controrivoluzionari e contro la repubblica.

"Quando la Francia rivoluzionaria - aggredita alle frontiere dall'Europa delle monarchie e lacerata all'interno dalla lotta contro chi voleva scendere a patti col nemico - capì che era giunto il momento di vincere o perire, concentrò le proprie forze in un estremo tentativo: fu l'organizzazione del Terrore, come strumento indispensabile per la vittoria. Robespierre, dall'animo così mite ed umano, ebbe un ruolo, un ruolo decisivo, nella messa in opera di un sistema di repressione, che doveva far tremare i traditori e ridurli all'impotenza. L'uomo che all'epoca della Costituente, quando la pace regnava ancora, si era levato contro misure d'eccezione premature, che si era opposto alle prime leggi contro il clero e gli emigrati, che aveva trattato sprezzantemente anche i manifesti incendiari del Principe di Condé, che si era dimostrato a più riprese un avversario deciso dell'accentramento dei poteri e che aveva assunto con coraggio la difesa di tutte le libertà, che aveva proposto invano l'abolizione della pena di morte, fu trascinato a poco a poco dalle necessità ineluttabili della duplice guerra - interna ed esterna - a dare la propria adesione e contributo alla sola politica capace di salvare in quel momento la Repubblica e la Francia.

Quando sul mondo si riversò la catastrofe del 1914, il governo repubblicano proclamò lo stato d'assedio su tutto il territorio francese, ponendo nelle mani dei consigli di guerra una giurisdizione sovrana non soltanto sui militari, ma anche sui civili. Furono sospese tutte le libertà… Basterebbe tenere a mente questa dittatura atroce alla quale una Francia calma ed unita è stata sottoposta per cinque lunghi anni [quelli della Prima Guerra Mondiale -ndr], per essere più equanimi verso i terroristi del 1793, che si dimostrarono liberali - oserei dire - in confronto ai nostri uomini di Stato di ieri e di oggi: non hanno proclamato lo stato d'assedio generale e illimitato, non hanno imposto la censura preventiva, non hanno mai consegnato i civili ai tribunali militari, non hanno sciolto la tribuna della Convenzione e nemmeno quella dei clubs
".(tratto da http://www.robespierre.it/perche.htm)

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1 commento:

il Russo ha detto...

Buon 25 aprile Pangea Blu, incorruttibile come quelli che fecero di questa data una Festa 64 anni fa!