lunedì 13 ottobre 2008

Hanno deciso di distruggere Napoli e...nisciuno se ne importa


Distratti dalla drammatica crisi finanziaria planetaria i napoletani forse hanno sottovalutato l'annuncio del premier Berlusconi.
Ha dichiarato che i cinque inceneritori che costruiranno in Campania serviranno ad aiutare le altre regioni italiane a smaltire i loro rifiuti.
Ha confermato cioè quello che i comitati antidiscarica di chiaiano, pianura ecc. vanno ripetendo inascoltati da mesi..la campania come sversatoio dei rifiuti nazionali.
Di fronte ad un annuncio del genere ci saremmo aspettati grida di protesta di sdegno bipartisan da parte della classe politica e dirigente campana e dai giornali locali. Invece regna il silenzio più assoluto!! Di questo parliamo nel secondo appuntamento settimanale con Norberto Gallo nel suo blog(http:/napolionline.org).
Per chi ha voglia e tempo di ascoltare l'intervista rilasciata dal presidente di Pangea Blu a N. Gallo ecco di seguito il link.. Diventeremo la pattumiera d'Italia?

8 commenti:

Franco Tàmbaro ha detto...

Caro Presidente, condivido il tuo post e "mi permetto" un (parziale) OT.

Premessa: non sono né un esperto in materia, né tantomeno un medico.
Sono un lettore di giornali e oggi ho constatato (cf: "Il Mattino"), a proposito del calciatore Paul Gaiscogne (non solo lui) che esiste un'ipotesi: i fertilizzanti o schifezze chimiche simili, usati da DELINQUENTI persino nei prati erbosi dove si gioca a pallone, potrebbero causare la SLA!

L'uomo sta distruggendo, o ha già distrutto...sé stesso, mentre altri DELINQUENTI, 'politici', se ne fottono!!!

In quest'àmbito, potrebbe rientrare anche il discorso dei 5 inceneritori campani.

L'alternativa, sarebbe il Regno dell'Utopia? No! L'alternativa consisterebbe nell'onestà; nell'assunzione di responsabilità, almeno morali, da parte di chi (s)governa; nel rispetto degli accordi di Kyoto; l'alternativa sarebbe quella di investire nelle residue risorse naturali ancora intatte; l'alternativa, sarebbe quella di rilanciare, in quanto VALORI, il sano ambientalismo; il sano ecologismo. Eccetera.

Prossimo turno: le centrali nucleari di Scajola, nonostante il parere contrario dei cittadini, espresso a suo tempo, attraverso il referendum!

... Ulteriori attentati DI STATO alla salute, nostra e delle future generazioni.

Anonimo ha detto...

non capisco....i cinque inceneritori porteranno un sacco di soldi alla Campania, e i soldi porteranno più sviluppo. Prferivate l'immondizia per strada? ma via...

Anonimo ha detto...

vedo che insisti eh?
ma il fatto che protesti solo tu e che nessun partito strilli non ti fa pensare che sei un pò fuori?
ps. sono d'accordo col mago di berlusconi

Anonimo ha detto...

Mio caro amico Luca
Napoli è sata già distrutta, è una città socialmente spappolata il tessuto connettivo che la costituiva e le dava futuro è ormai lacerato la tua amica Jervolino è stata un disastro come l'altra tua amica Furfaro per troppi anni ha succhiato soldi che dovevano andare alla cultura. Ma trovare qualcuno tra i tuoi amici che ha agito bene è quasi impossibile. Feste (sperpero di soldi per feste di piazza o per per le varie parrocchie) Farina (raccomndazione e piaceri ai propri clientes)e Fetenzia (degrado urbano e crisi dell'immondizia) le tre effe Borboniche sono state rimesse a lucido e poste come base dell'azione di non-governo.
Che fare? Non vi è oggi un gruppo politico che ha progetti, coraggio, strutture per poter agire. L'ultima speranza era il PD che si è rivelato un'associazione di bande un contro l'altra armata per conquistare il potere per il potere. Unica politica è stata quella di rimetere in moto il laurismo e il gavaneismo.
Napoli ha bisogno di una ' rivoluzione liberale' di gobettiana memoria, dovrebbe essere rivoltata come un calzino abbandonando tutte le incrostazioni che la degradano che però vengono viste ancora come 'la napoltanità' cioè come essenza di questa città, non è verò una città che ha tremila anni di storia e storia molte volte di altissimo livello scrostando tutta la zavorra popolare che la degrada può diventarte un faro per l'Europa rivolto al sud del mondo. Un luogo civile che costruisce futuro.
Occorre però come premessa ammettere che rovesciando un luogo comune non è la ricchezza che produce l'equilibrio sociale ma è l'equilibrio sociale dovuto alla cultura che produce vera ricchezza.
Da qui partire da un vero Progetto di Riqualificazione Culturale unica strada per rifondare la città su basi nuove ma con radici antiche
Ma non basta una rivoluzione culturale occorre una vera e dura ristrutturazione urbana in quanto anche la struttura urbana è educativa come lo sono le facciate delle case, a Napoli non si è mai fatta la guerra ai balconi abusivi come vi sono a Forcella o a Piazzetta Nilo o via Sforza o lungo il muro del chiostro di San Gaetano all'Anticaglia - sto srivendo del centro storico e antico dichiarato monumento dell'umanità dall'Unesco - buttare giù i mille balconi abusivi e ripristinare le facciate è un indicare il primato delle regole - è la legge, astratta ed universale che governa gli uomini/cittadini, - ed è educare anche alla simmetria, all'ordine, che diviene ordine mentale. Ti posso indicare anche uno slogan - la durezza della legge e la dolcenzza della cultura.
Ma non basta occorre un risanamento generalizzato delle orribili periferie costruite a tavolino da architetti - tra cui il tuo amico Siola - che avevano dimenticato nella loro compulsiva astrattezza che li dovevano vivere esseri umani con la loro complessità e naturalità.
Dopo aver perso il treno della modernità (come tutta l'Italia ha scelto il modernismo tutto apparenza su struttura sociale tribale) Napoli sta per perdere oggi il treno del processo di globalizzazione la città si sta sempre più sfilacciando e scivola sempre più nella violenza e nell'insignificanza economica, politica e sociale.

Anonimo ha detto...

cara Pangea blu non avete ancora capito che tendenzialmente il popolo napoletano non esiste? esistono i napoletani e il napoletano,tendenzialmente, nun vuò sapè ninte a u palmo do' cul suie!!!
PS. sento nell'intervista che stamati infatti viene dala calabria

Anonimo ha detto...

Quoto in pieno zorro napoletano :)
e torno al concetto di prima...non mi pare,dal numero dei commenti, che la uestione appassioni molta gente eheheh

Pino Amoruso ha detto...

Ciao, mio malgrado qualcosa mi costringe a promuovere una iniziativa contro la Riforma Gelmini che mira a distruggere la scuola pubblica ed a creare migliaia di disoccupati. Troverete da me i link per sottoscrivere una petizione e per inviare una mail al Presidente della Repubblica...

Continuiamo a far "RETE"... Aiutatemi a diffondere il messaggio!!!

A presto ;)

pinco pocchio ha detto...

Stamati può dire cose condivisibili o meno e il suo blog può essere frequentato in maniera maggiore o minore a seconda dei temi volta per volta proposti.
Ma da questo ad insinuare che le questioni serie ed importanti dal punto di vista sociale o politico sono solo quelle che "appassionano" la "gggente" con tre g ce ne corre.
Se così fosse gli unici blog frequentati da napoletani sarebbero Forza Azzurri, Scommesse e bollette, Te piace o'raù? e Se indossi il casco sei un cazzone !
Anzi, è vero esattamente il contrario: meno una cosa appassiona il parterre da rotocalchi scandalistici e telenovelas e meglio è che se ne parli.
Quindi fa bene Stamati a parlare di cose che addirittura infastidiscono l'interlocutore, che le ritiene ripetitive.
Repetita iuvant, sempre e comunque.
Quanto all'idea provocatoria di una lega napoletana è appena il caso di scendere da casa, fare una passeggiatina, guardarsi intorno, rendersi conto di CHI e COSA siamo noi napoletani (non saprei dire se per colpa del pesce che puzza dalla capa, per la teoria antroplogica, per la teoria marxista leninista, per la teoria nazifascista, per la teoria del fico secco o del cactus senza spine - e francamente a questo punto di sfacelo nemmeno me ne frega più un cavolo -) e capire che l'unica cosa sensta che possiamo fare e andar via o rassegnarci di fatto al peggio.
Poi c'è una terza via, che è quella che usano i bloggers - almeno quelli che ci credono, molto meno quelli che si mettono in gioco più che altro solo per autocelebrarsi facendosi le seghette quando rileggono il pezzettino pubblicato on line -, ossia scrivere, scrivere, scrivere, belle parole, belle proposte, belle cose, sapendo che è un lodevole esercizio di stile, una meritevole parata di buone e nobili intenzioni, mentre fuori tutto va da sempre come non dovrebbe andare e sempre così andrà.
E tu convivi con l'angoscia di uno che cammina sempre su una sottile strato di ghiaccio, sperando nel tuo intimo che oggi non sia il tuo turno di finire nell'acqua ghiacciata.
Abbiamo perso, signori, suvvia, E' finita.
Ciao