venerdì 25 maggio 2012

Grillo,crisi dei partiti, pd napoletano. E' l'ora di farsi avanti.

Pubblichiamo di seguito l'intervento apparso su il corriere del mezzogiorno di oggi(30 maggio 2012)

I risultati delle ultime elezioni amministrative e la vittoria del candidato del M5S e di Grillo, Pizzarotti, a sindaco di Parma rappresentano un punto di svolta. Circa il 50% di astenuti e il successo delle liste dei candidati grillini a fronte del disfacimento del Pdl , la scomparsa della Lega Nord e la semplice tenuta del Pd e delle altre forze della sinistra, hanno lanciato un messaggio inequivocabile di cambiamento. I cittadini non sopportano più i partiti tradizionali e le loro alchimie autoreferenziali, il loro non decidere, i loro annunci, i loro dibattiti a vuoto, le loro discussioni tutte attorno a tattiche ed alleanze più o meno variabili,le loro spese allegre, i loro arroccamenti e la loro chiusura a qualsiasi reale partecipazione, la loro totale impermeabilità alle richieste di rinnovamento. L’attuale sistema politico italiano e napoletano è caratterizzato da modalità e forme che tendono ad escludere la partecipazione consapevole ed attiva dei cittadini. Il frutto più avvelenato che ne deriva è la concezione leaderistica, la personalizzazione della competizione tra le élites, la sottrazione delle sedi democratiche di decisione politica. Passività, appiattimento culturale, conformismo, inutilità dei programmi, coalizioni ed alleanze senza contenuti condivisi, diffuso elettoralismo caratterizzano ormai la vita dei partiti. Le forme della partecipazione e le sue regole vengono viste spesso con fastidio, come intralcio o perdita di tempo nelle decisioni. I partiti della sinistra hanno perso il loro

radicamento sociale, gran parte della loro capacità organizzativa, sono diventati sempre più vulnerabili alle incursioni di interessi esterni. L‘idea leaderistica della politica ha reso i partiti, anche il mio, aggregazioni subalterne a singole personalità che si considerano ed agiscono con una logica “proprietaria”. Decide il leader di corrente e il suo “cerchio magico”, non c’è bisogno di grandi coinvolgimenti. Nel Pd napoletano dopo lo scandalo delle primarie per il candidato a sindaco, ancora oggi avvolto nel mistero, dopo un anno di commissariamento i 40mila che andarono a votare non sanno cosa sia realmente successo e, se lo sapremo, ce lo dirà l’inchiesta della magistratura in corso. Intanto il partito è stato commissariato, il suo gruppo dirigente non prende una posizione che sia una, favorevole o contraria qui non importa, sulle scelte e gli annunci del sindaco di Napoli. Alzi la mano chi conosce la posizione del pd napoletano( a parte qualche autorevole posizione personale) sulle questioni dei rifiuti, della coppa america, del forum delle culture, della ztl, delle partecipate, del destino di Bagnolo o di Napoli est, del Lavoro. Eppure pare che della necessità di una svolta nessuno dubiti, pare che tutti siano consapevoli del superamento del commissariamento e della necessità di dare finalmente un segretario provinciale e un nuovo gruppo dirigente al partito napoletano. Pare che finalmente si celebrerà un congresso provinciale e si moltiplicano, sul web e fuori del web, iniziative pubbliche e appelli al cambiamento radicale di metodi di decisione interna, di strumenti di partecipazione democratica degli iscritti, di individuazione delle candidature e di trasparenza, di un nuovo gruppo dirigente fuori dagli angusti e perdenti schemi degli accordi fra le componenti interne. Pare che sia in campo una nuova generazione di iscritti che chiede spazio e ruolo, che rivendica autonomia e discontinuità e chiede a gran voce la celebrazione del congresso provinciale. E’ un ottimo segnale e può dare buoni frutti. Ad una condizione però. Il rinnovamento non può essere solo un fatto generazionale né una richiesta col cappello in mano ai capicorrente . La credibilità di chi chiede il cambiamento si misura nella capacità di discontinuità nei programmi , nei metodi e nella assunzione individuale delle responsabilità. Senza rete e mettendoci la faccia personalmente. Chi vuole cambiare ed essere protagonista del cambiamento non cincischi e non si nasconda dietro difficoltà che pure ci sono ma scenda in campo direttamente. Avanzi ufficialmente la propria candidatura a segretario provinciale del partito, presenti un programma breve ma chiaro su alcuni punti e chieda , su questo, i voti degli iscritti al congresso provinciale. Non è più tempo di polli di batteria.
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