giovedì 15 ottobre 2009

La Campania e il nucleare


L'intervento pubblicato oggi sulle pagine del corriere del mezzogiorno nella rubrica "interventi e repliche"...

La Campania e il nucleare

Caro direttore, le primarie del Partito democratico del 25 ottobre che coinvolgeranno anche migliaia di cittadini campani e napoletani rischiano di trasformarsi in una inutile conta tra capibastone se dovessero concentrarsi solo sui nomi più o meno illustri che si sono candidati. Esse avranno un senso solo se porteranno a partecipare i cittadini. Sarà allora utile porre l'accento sulle proposte e i contenuti che i rappresentanti di Bersani, Franceschini e Marino avanzano anche per Napoli e la Campania.
In questo senso iniziamo con un tema che riteniamo di vitale importanza per il nostro territorio e i nostri figli.
Con l'approvazione della legge sul nucleare, il Parlamento ha creato le condizioni giuridiche per avviare un programma di realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia. La delega nucleare al governo prevista da tale legge mette fuori gioco le regioni sulla localizzazione degli impianti nucleari . Il fatto è particolarmente grave perché si vuole così scavalcare completamente non solo le regioni, ma anche gli enti locali per localizzare impianti e aree, equiparate ad aree militarizzate, gestite da privati. La legge che disciplina il ritorno dell'Italia al nucleare infatti prevede che le decisioni siano prese con mezzi e poteri straordinari, e affidate a commissari. Traduzione: dentro le quattro mura di un ufficio possono stabilire di costruire una centrale nucleare dietro casa mia o dietro casa sua, poi manderanno l'esercito a presidiare il luogo affinché nessuno possa protestare. Il termine entro il quale la norma prevede che le regioni potevano fare ricorso per impugnare la legge davanti alla corte costituzionale è scaduto il 30 settembre scorso. Dieci regioni, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Puglia e Basilicata e Calabria, hanno deciso di far ricorso alla Corte costituzionale. Due Regioni, pur evitando le vie legali, hanno dichiarato il loro territorio non disponibile: la Sardegna e il Molise.
E la Campania?
A tutt'oggi e a termine scaduto, non ci risulta che la Regione Campania abbia impugnato il decreto governativo . Può darsi che ci sbagliamo e saremo lieti di essere smentiti. Se invece la Regione non avesse presentato ricorso sarebbe corretto e doveroso spiegare, non solo a noi ma ai cittadini della Campania, le ragioni che hanno portato alla decisione di non opporsi al decreto governativo. Ci sarà sicuramente una ragione serissima se l'assessore competente e il presidente della giunta regionale Bassolino hanno pensato di poter soprassedere al diritto dovere dei loro cittadini di esprimere il loro parere sulla possibilità di insediare una centrale nucleare nel proprio territorio.
In ogni caso vorremmo conoscerla.

Luca Stamati

Capolista Pd per la mozione Marino nel Collegio 5 (Posillipo, centro storico, Napoli Est)

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