giovedì 28 febbraio 2008

Perchè un Sondaggio ma NON sulle elezioni politiche?


Le elezioni politiche nazionali ormai sono alle porte e impazzano sui media ed anche nel web polemiche di tutti i tipi tra i partiti e gli schieramenti come è naturale che sia in una campagna elettorale.
Rinnovamento, discontinuità e svolta nel pd campano già scosso dalle polemiche derivanti dal casoDe Mita Primarie e primariette virtuali nei blog napoletani e nazionali quasi a esorcizzare le frustrazioni derivanti da una pessima legge elettorale che esclude quasi tutti dal decidere chi candidare e consente a pochissimi individui, nel chiuso di una stanza,di "nominare" direttamente senatori e deputati.
Intanto a napoli i rifiuti stanno sempre in bella mostra, il Governo declassa a festa di paese l'Evento del forum sulle culture del 2013 e la classe politica campana continua nelle polemiche interne sterili e autoreferenziali apparentemente infischiandosene dei problemi dei cittadini.
Avete mai assistito o letto negli ultimi tempi di un scontro sulle cose da fare, tra le forze politiche di destra e di sinistra, che non fosse tra
"continuiamo per aiutare la città e la regione ad uscire da questo momento buio e per senso di responsabilità"(il centro sinistra) e
"se aveste dignità, senso di responsabilità e delle istituzioni dovreste dimettervi e dare la parola agli elettori" (la destra)?
Magari sarebbe utile esercitarsi sull'analisi delle conseguenze per la città e la regione se vince uno schieramento piuttosto che un altro, se il risultato nazionale (e quello locale nel computo nazionale) avrà o meno ricadute sul piano locale ma che senso ha lambiccarsi il cervello su candidature che comunque saranno altri a decidere e inappellabilmente?
Siccome però quasi ovunque e in quasi tutti gli ambiti sociali la domanda che circola è innanzitutto
"ma davvero si può cambiare questa città" "ci riusciremo mai?"
abbiamo deciso di lanciare anche noi un sondaggio virtruale.

Si può cambiare Napoli? e come?"
è il tema del sondaggio, evidenziato sulla prima pagina del blog, che proponiamo e su cui ci farebbe piacere che chi ne ha voglia si esrciti votandolo.
(si possono votare più opzioni)

PS.
La discussione che si sta sviluppando nella pagina dei commenti è molto interessante e davvero pregnante, sarebbe davvero utile e importante che partecipassi anche tu, lasciando un tuo commento.
Grazie
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mercoledì 6 febbraio 2008

Una critica molto dura, forse ingiusta, certamente utile

Come molti di voi ricorderanno il giorno 1 febbraio 2008 La repubblica - napoli ha pubblicato in prima pagina un mio intervento sulla questione rifiuti dal titolo "Il mulino del Cnr per la differenziata" (qui)
L'intervento è piaciuto a molti ed è dispiaciuto ad altri naturalmente.
In particolar modo non è piaciuto affatto al presidente di Confapi - campania Maurizio Genito, il quale ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera a repubblica. Il giornale l'ha pubblicata (nella rubrica delle lettere) oggi, mercoledì 06 febbraio 2008.
La lettera è dura nei miei confronti e pone al centro non il merito del mio intervento ma la delicata e importante questione della trasparenza e della credibilità che sono alla base del rapporto tra istituzioni e cittadini.
La questione mi pare non di poco conto e dunque,affinchè ognuno possa esprimersi nel merito,riporto di seguito la lettera del presidente Maurizio Genito....

"San Francisco e noi"
di Maurizio Genito
(Presidente Confapi Campania)

Mi riferisco all'articolo di Luca Stamati del primo febbraio. Per trasformare la questione rifiuti da un dramma a un'opportunità, è evidentemente necessario un piano integrato. Quanto più possibile distante, come impostazione, dal ciclo dei rifiuti che ci ha portati in questa situazione (e che sta tra le cose che sono state fatte, a riprendere un tema caro a Stamati). Il problema più grosso è però.... a monte, sta nella credibilità dei rappresentanti istituzionali e nella necessità di creare o ricreare un rapporto positivo tra cittadini e classe politica. Entrambi questi limiti si manifestano allorquando, di fronte all'esperienza di San Francisco, ai risultati importantissimi raggiunti dal Cnr (vera perla universale per Napoli e la Campania), sentiamo porsi nell'Olimpo dei grandi profeti del "si può" chi ha avuto un ruolo non secondario nell'amministrazione territoriale negli ultimi anni. Se si può, caro Luca Stamati, oggi presidente di Pangea Blu, arrivare a "rifiuti zero" (e poi in quanto tempo?) perché non è stato fatto negli anni in cui, per esempio, egli è stato assessore all'Ambiente della Provincia di Napoli? O è un caso di omonimia? Ergendomi per una volta anch'io a facile profeta, prevedo la risposta del tipo: abbiamo avviato questo e fatto quest'altro, studiato i massimi sistemi (magari con tanto di studi di fattibilità). Ma un giro tra i i sacchetti ammassati vale più di mille risposte.
PS.
Nel frattempo il corriere della sera ha pubblicato oggi(15 febbraio 2008) in prima pagina uno "scoop" a firma di G.Stella che al danno aggiunge la beffa

Corriere dela Sera
Napoli. I rifiuti
C’è un piano sepolto dal 2003 in un cassetto
di Gian Antonio Stella

Se fosse un furbo matricolato, il nuovo assessore campano all’ambiente (e all’immondizia) Walter Ganapini avrebbe potuto farselo pagare un’altra volta, il piano per la raccolta differenziata. E potete scommettere che nel casino avrebbe pure trovato chi gli scuciva i soldi. Ma siccome un furbone non è, il tecnico chiamato al capezzale (meglio: al cassonetto) di Napoli oggi dirà in giunta: «Il piano per salvare la città è questo». Miracolo! Due giorni dopo la nomina! Che svelto! Che genio! «No: il piano era in un cassetto. Già pronto. L’avevate dimenticato lì dal 2003».
Da non credere. Ma come: sono quindici anni che viene prorogata l’emergenza, quindici anni che si chiudono e si riaprono discariche, quindici anni che vescovi e camorristi e ambientalisti duri e puri marciano insieme sia contro le discariche sia contro gli inceneritori sia contro gli impianti di compostaggio, quindici anni che tutti si riempiono la bocca con le parole magiche raccolta differenziata» e allargano le braccia imponenti davanti all’ineluttabilità del destino e cosa salta fuori? Che avevano già tutto per partire. Tutto. In ogni dettaglio. E non partirono mai.
Lo studio particolareggiato per avviare operativamente la raccolta differenziata sotto il Vesuvio era stato commissionato nel 2002 dal Conai (il Consorzio nazionale imballaggi delegato dal decreto Ronchi a seguire il passaggio dal sistema delle discariche a un sistema integrato basato sul recupero e sul riciclo dei rifiuti) al milanese Fortunato Gallico. Il quale, ai tempi in cui era ai vertici dell’Amsa, la municipalizzata ambrosiana, aveva già affrontato con Walter Ganapini, allora assessore ambientalista della giunta comunale del leghista Marco Formentini, la grande crisi del 1995. Quando la capitale lombarda era stata messa in ginocchio dalla chiusura della discarica di Cerro Maggiore e i suoi abitanti, costretti a farsi carico del problema, si erano rapidamente adeguati alle nuove regole. Passando in quattro settimane, fiore all’occhiello di Ganapini e della giunta milanese, dal 12 al 33%.
Insomma: tra tante follie e tanti sprechi incredibili, il Commissariato partenopeo quella volta si era mosso bene. Andando a scegliere uno che «quella cosa lì» l’aveva già fatta con successo. Gallico aveva accettato l’incarico, aveva messo insieme una squadra di persone di cui si fidava e insieme erano scesi a Napoli battendola per mesi e mesi, strada per strada. Fino a trarne un piano chiaro e preciso sul «come» passare dall’emergenza perenne con le montagne di spazzatura alla raccolta differenziata. Quella che, in caso di successo, avrebbe non solo tolto «’a munnezza» dalle strade ma avrebbe spezzato la diffidenza secolare della gente permettendo di fare anche gli impianti del Cdr e i termovalorizzatori.
Le fasi operative erano tre. Una prima, sperimentale e immediata, su un pezzetto soltanto della città. Una seconda, di avviamento, che doveva coinvolgere 300 mila abitanti di Fuorigrotta, Chiaia e Bagnoli. Una terza, l’allargamento della raccolta «porta a porta», quella che funziona meglio, a tutta la metropoli campana. Belle parole, chiacchiere, pensamenti? Ma niente affatto. Tutto operativo. Vicolo per vicolo, condominio per condominio, numero civico per numero civico, scala per scala. Con la segnalazione di ogni punto in cui andavano messi i bidoni. La nota se in quella palazzina c’era o non c’era il portiere. Il percorso che via via avrebbe dovuto fare ogni camioncino. I giorni e gli orari del passaggio. Tutto ma proprio tutto, nei minimi particolari. Così che Napoli potesse immediatamente partire con il nuovo sistema svelenendo finalmente anni di risse, crisi e tensioni. Soddisfatto del lavoro, Fortunato Gallico consegnò il pesante malloppo di 400 pagine all’inizio del 2003. Fu pagato, ringraziato, elogiato: «Bravi, complimenti! Buon rientro a Milano. Venite a trovarci…». Da quel momento, pluff! Il piano sparì nel nulla. E per anni, mentre periodicamente si accumulavano cataste di pattume e si scatenavano rivolte di piazza, ogni tanto qualcuno sospirava: «Ah, se facessimo la raccolta differenziata…». Oppure: «Ah, se avessimo un piano…». O ancora: «Bisognerebbe far fare un piano operativo». Cinque anni sono passati, da allora. Cinque anni d’inferno, sul fronte della spazzatura prima che Ganapini scoprisse quel progetto già bello e fatto che vuole avviare subito, immediatamente, dal primo marzo. E fa sorridere, a distanza di tanto tempo e dopo questa ennesima sorpresa del tormentone, rileggere cosa diceva Antonio Bassolino alla fine di gennaio di quel 2003: «Auguro a chi parla di fallimenti nella vicenda dei rifiuti in Campania di “fallire” come abbiamo “fallito” noi. Sarebbe un bene per il Paese. Visto che noi, in appena due anni, abbiamo fatto un lavoro enorme che non ha precedenti in Italia». Chissà se lo direbbe ancora.

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Il blog di Pangea Blu

Perchè un blog di Pangea Blu?
Ormai da un pò (un bel pò!) di tempo riscontriamo problemi col provider del sito http://www.pangeablu.it/.
Il sito è attualmente solo consultabile ma è impossibile(causa misteriosi problemi tecnici) "entrarvi" e dunque interagire, inserire nuove notizie, partecipare.
Molti soci hanno chiesto di risolvre il problema o comunque di trovare un modo per favorire la discussione e dunque la partecipazione e, aggiungo io, l'organizzazione e il prosieguo proficuo del lavoro dell'associazione.
Di qui l'idea di aprire un blog temporaneo (sperando che l'attesa non sia lunghissima) in attesa che il provider risolva il problema del sito. Lo abbiamo chiamato "I forum di Pangea Blu" e servirà sostanzialmente per promuovere la discussione su temi di particolare interesse attinenti alla realtà napoletana(ma non solo) e favorire la partecipazione di soci e non soci alla vita dell'associazione.
Naturalmente il blog vorrebbe essere anche un'Agorà sui problemi che attanagliano Napoli e la Campania e sulle idee, le proposte e le soluzioni più adeguate.
Il blog avrà successo naturalmente solo se voi tutti parteciperete ai forum commentando e dicendo la vostra sui temi via via proposti.
Avrà ancora più successo se voi tutti sarete partecipanti attivi magari proponendo voi stessi argomenti di discussione.
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